L'addio al piccolo Gioele lontano dai clamori

4 Febbraio 2016

Ieri a Bellante i funerali del bimbo caduto dal trattore guidato dal nonno. Presenti soltanto i familiari e gli amici più intimi. L'autopsia ha accertato che è stata fatale la caduta: il piccolo ha battuto due volte la testa. Nessun segno di investimento

TERAMO. Le certezze di un’autopsia non servono a lenire il dolore di una famiglia precipitata nell’inferno e che ieri pomeriggio ha dato l’ultimo saluto al piccolo Gioele Capitanio nella chiesa di Bellante, la stessa in cui è stato battezzato. Lo ha fatto in forma riservata, scegliendo di evitare il clamore della cronaca. Solo i parenti e gli amici più vicini per l’addio al bimbo di due anni caduto dal trattore guidato dal nonno Giuliano. Una tragedia consumata in pochi attimi martedì mattina nelle campagne di Canzano e che è stata ricostruita, dopo le indagini dei carabinieri, anche dai risultati dell’autopsia eseguita ieri mattina dall’anatomopatologo Gina Quaglione su delega del pm Luca Sciarretta (titolare del fascicolo aperto sul drammatico incidente). L’esame ha stabilito che il piccolo è morto per le conseguenze di un politrauma cranio facciale.

Il bimbo avrebbe battuto almeno due volte la testa nella caduta: una prima volta contro la scaletta di salita alla cabina del trattore, la seconda sul terreno.

Le numerose fratture al cranio sono compatibili proprio con una caduta dall’alto e i traumi ne hanno provocato la morte immediata. L’autopsia ha escluso l'ipotesi che il piccolo sia stato investito e travolto dallo stesso mezzo agricolo. Secondo quanto riferito nella sua testimonianza dal nonno Giuliano, il piccolo sarebbe scivolato dalle sue braccia mentre era alla guida del mezzo in manovra e la casuale apertura dello sportello della cabina ha avuto un effetto di concausa della tragedia, non impedendo la caduta del bambino a terra.

Il funerale del piccolo Gioele si è tenuto ieri pomeriggio alle 16 nella chiesa Santa Maria in Herulis di Ripattoni, concelebrata da don Primo Sozii, sacerdote del posto, e da don Delfino Reggimenti della parrocchia di Canzano. Una funzione privatissima, che ha visto la partecipazione dei parenti e degli amici più cari, e soprattutto lontana dai clamori, a conferma del carattere di estrema riservatezza della famiglia Capitanio già descritto da vicini e conoscenti. Alla funzione non c’era il nonno che martedì mattina, dopo aver soccorso il piccolo e averlo riportato a casa dove in pochi attimi è arrivata l’ambulanza del 118, ha avuto un malore ed è ancora in uno stato di profondo shock.

La cerimonia funebre era prevista per oggi, ma dopo l’autopsia è stata anticipata a ieri per volontà dei genitori Sandro, operaio, e Flavia Arnaroli, insegnante di educazione fisica con un passato di allenatrice da pallavolo, che hanno scelto di salutare il loro secondogenito nella chiesa dove si sono sposati e dove successivamente c’è stato il battesimo di Gioele.

Gremita la chiesetta del borgo bellantese, tanto che in molti si sono visti costretti a seguire dall'esterno la "messa degli angeli", così come viene chiamata la celebrazione funebre a ricordo dei bambini. Poche parole sono state pronunciate durante l'omelia, indirizzate soprattutto al conforto dei rimasti, «perchè il piccolo Gioele è di certo in paradiso», ha commentato don Primo tra la commozione dei presenti che si sono stretti al dolore dei genitori e dei nonni.

(ha collaborato Emanuela Michini)

©RIPRODUZIONE RISERVATA