La fascia del sindaco depositata sull’altare dello Splendore 

Cerimonia seguita in diretta radio da centinaia di fedeli Costantini: «Nell’emergenza affido la città alla Madonna»

GIULIANOVA. Ieri, con una solenne messa celebrata nella chiesa del santuario dello Splendore, la città di Giulianova e i suoi abitanti sono stati consacrati alla Madonna dello Splendore che, assieme a San Flaviano, è da sempre considerata la protettrice del territorio giuliese. Alla funzione ha assistito il sindaco Jwan Costantini che, con un gesto senza precedenti, ha voluto depositare la sua fascia tricolore sull’altare ai piedi del simulacro della Vergine, custodito a testimonianza della sacra apparizione avvenuta il 22 aprile del 1557. Il rito, nel giorno dell’Annunciazione, è stato officiato dal priore del convento padre Simone Calvarese affiancato nella celebrazione da don Enzo Manes (parroco del Paese), don Luca Torresi (parroco del Lido), don Ennio Di Bonaventura (parroco dell’Annunziata e Villa Pozzoni) e da don Vito Daloiso (cappellano della casa di riposo Cristal). La cerimonia, per i noti motivi sanitari, si è tenuta a porte chiuse tant’è che le persone presenti si sono contate sulle dita di una mano. Oltre al sindaco Costantini, c’erano gli assessori Giampiero Di Candido, Marco Di Carlo e Federico Taralli e il presidente del consiglio comunale Paolo Vasanella. Tra i partecipanti anche tre frati cappuccini ospiti del convento. Tutti i presenti, dotati di mascherina, hanno osservato le distanze previste dal decreto vigente. In centinaia hanno seguito la diretta streaming su Radio Azzurra, con ascolti anche dall’estero. Durante l’omelia padre Simone, parlando anche a nome degli altri sacerdoti, ha affermato: «Con la celebrazione eucaristica desideriamo entrare nelle case dei giuliesi per portare quel conforto di cui c’è particolare bisogno in questo difficile momento». Breve ma incisivo il commento del sindaco Costantini: «Ho consegnato la mia fascia affidando la nostra città alla Madonna dello Splendore. La riprenderò a emergenza finita. In questo momento nessuno può sentirsi il primo e il solo».
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