La Regione non paga: ristorante chiuso

14 Luglio 2014

La titolare cita l’ente in tribunale: da cinque anni attende il pagamento di 40mila euro per i pasti ai terremotati sfollati

TERAMO. Tutto per 40mila euro. Per la precisione 39mila e 738. Perchè è questa la somma che la Regione Abruzzo deve ai titolari di un piccolo ristorante di Silvi ( rigorosamente a conduzione familiare) che ha fornito pasti a decine di terremotati aquilani sfollati sulla costa teramana nei drammatici giorni del sisma. In cinque anni hanno visto solo un acconto di 1900 euro, l’attività è fallita, il titolare è morto: ora la vedova cita l’ente in tribunale e chiede i danni. Già perchè quando le tenaglie cieche della burocrazia decidono che è l’ora di stringere fino in fondo la morsa allora nulla serve. Nel Paese in cui la pubblica amministrazione colleziona i tempi più lunghi dell’Unione Europea per saldare i debiti con le imprese, succede che gli imprenditori già schiacciati da recessione e pressione fiscale non riescano più ad andare avanti. E ad avere la peggio sono i più piccoli che annaspano, cercano di rimanere e galla fino a quando possono, ma quando non riescono più chiudono.

Così è successo ai due piccoli ristoratori di Silvi travolti anche da quello che l’avvocato Antonio Del Vecchio, incaricato di presentare il ricorso al tribunale civile di L’Aquila, non esita a definire un paradosso. Già, perchè, alle tante richieste di sollecito fatte dal legale per ottenere il pagamento delle fatture la Regione ha risposto che per la liquidazione delle spettanze occorreva avere il Durc. Si tratta di un documento di regolarità contributiva, un certificato unico che attesta la regolarità di un’impresa nei pagamenti e negli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi nonché in tutti gli altri obblighi previsti nei confronti di Inps e Inail. «Ma», scrive nel ricorso Del Vecchio, «la ditta non aveva e non ha il Durc in quanto non avendo incassato il proprio credito dalla Regione ha dovuto cessare l’attività con ripercussioni economiche gravi rimanendo inadempiente con i contributi Inps e Inail, enti che oggi richiedono il pagamento. La Regione è inadempiente anche per non aver attuato l’intervento sostitutivo attraverso il quale le somme dovute dalla Regione alle aziende per l’emergenza terremoto possono essere utilizzate per saldare il credito Inps e Inail e l’eventuale differenza riversata all’azienda stessa e tornare in bonis da un punto di vista contributivo». Ma il legale nel ricorso sottolinea anche un altro fatto: «Al momento del conferimento dell’incarico il Durc non è stato chiesto, così come non è stato chiesto quando nell’ottobre del 2009 la Regione ha versato la somma di 1899 euro a titolo di acconto sulle future fatture. Solo successivamente, quindi quando ormai il ristorante era chiuso, è arrivata la richiesta del Durc». Giovedì la prima udienza in tribunale.

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