Ladro ucciso: chiusa l’inchiesta sul poliziotto

26 Giugno 2014

TERAMO. E’ con un dettagliato avviso di conclusione d’indagine (il cosiddetto 415 bis) che il pm Irene Scordamaglia chiude il caso della drammatica sparatoria di Castelnuovo Vomano mettendo in capo...

TERAMO. E’ con un dettagliato avviso di conclusione d’indagine (il cosiddetto 415 bis) che il pm Irene Scordamaglia chiude il caso della drammatica sparatoria di Castelnuovo Vomano mettendo in capo al poliziotto l’accusa di omicidio colposo per aver sparato ed ucciso un uomo in fuga. La chiusura del fascicolo arriva dopo che lo stesso pm ha chiesto ed acquisito al ministero dell’Interno elementi utili sulle linee guida delle pratiche di addestramento allo sparo dettate proprio a livello ministeriale. E’ ipotozzabile che, trascorsi i tempi dovuti dal 415, la procura chieda il rinvio a giudizio dell’agente in servizio alla questura di Teramo. La sera del 12 novembre 2012 Marjan Kerimi, albanese di 24 anni, venne ucciso da un colpo esploso da un poliziotto durante un inseguimento dopo aver commesso alcuni furti. Secondo la relazione del consulente della procura Paride Monervini ( lo stesso del caso Sandri) il giovane è stato ucciso da un frammento di proiettile finito contro il poggiatesta del sedile passeggeri anteriore della vettura. Il frammento lo ha colpito mentre era disteso sul sedile posteriore e mentre i complici scappavano. L’autopsia ha accertato che Kerimi è stato ucciso da un solo colpo di pistola, con il proiettile che è entrato dalla spalla destra ed è rimasto conficcato nel torace, sempre sul lato destro del corpo. Il poliziotto, secondo la versione ufficiale, ha sparato cinque colpi dopo aver visto uno dei quattro malviventi in fuga – rimasti bloccati con l’auto in una strada senza uscita di Castelnuovo, ma intenzionati a non arrendersi – puntargli contro una pistola. Kerimi non era armato e non era ancora sceso dalla Mercedes su cui la banda alla quale apparteneva si spostava per compiere dei furti. Il bandito che impugnava la pistola (arma poi ritrovata, senza caricatore, in un giardino vicino) era appena sceso dalla macchina. Sia il risultato dell’autopsia sia la consulenza rimessa dal perito balistico appaiono compatibili con il racconto dell’agente, che aveva di fronte la parte posteriore destra della Mercedes. Kerimi cercava di scendere proprio dallo sportello posteriore destro quando è stato colpito, restando supino sul sedile dell’auto. Il fatto che non fosse ancora in piedi giustificherebbe il percorso del proiettile, entrato dalla spalla e penetrato nel torace perché sparato da un uomo in piedi e quindi arrivato dall’alto. Il consulente della procura ha esaminato anche l’ogiva del proiettile letale e ha ricostruito la traiettoria del colpo e la distanza da cui è stato sparato. Il poliziotto ha sempre ribadito più volte che ha sparato senza avere l’intenzione di uccidere. (d.p.)

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