Le 12 mila multe sono legittime

Il caso di Canzano: sindaco assolto con due assessori e un vigile urbano piange in tribunale

TERAMO. Tutti assolti perchè il fatto non sussiste: le 12 mila multe di Canzano erano legittime. Le lacrime del sindaco e degli altri amministratori si sciolgono quando il presidente del collegio Giovanni Spinosa legge la sentenza che, in primo grado, chiude il caso dell’autovelox.Dall’agosto 2008 al febbraio 2009 l’apparecchio installato sulla strada statale 150 rilevò quelle 12 mila infrazioni per eccesso di velocità sollevando le proteste di centinaia di automobilisti e facendo nascere un comitato guidato da Michele Petrosino, il politico che avviò la battaglia mediatica e legale contro le contravvenzioni. Quelle multe nel 2011 sono state annullate dalla prefettura perchè, hanno sostenuto dal palazzo di governo, quell’autovelox non poteva funzionare senza la presenza dei vigili urbani. Contro l’annullamento il Comune ha fatto ricorso al Tar che deve ancora pronunciarsi nel merito.

L’assoluzione è stata chiesta dal pm Irene Scordamaglia al termine di un processo in cui erano imputati il sindaco Francesco Di Marco ; l’ex comandante della polizia municipale Roberto Piersanti; l’assessore comunale Katia Pompetti e l’ex Luciano Cioci. I quattro erano tutti accusati di abuso d’ufficio, mentre l’ex comandante (che aveva firmato i verbali) anche di falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico.

Ieri mattina è stato lo stesso pubblico ministero d’udienza (il titolare dell’inchiesta era David Mancini attualmente in servizio alla procura dell’Aquila) a ripercorrere le tappe della vicenda divenuta un caso che per mesi ha occupato le pagine dei giornali. «Non è stato dimostrato nessun favore, non è stata dimostrata nessuna volontà di favorire l’azienda privata», ha detto il pm nel corso di una requisitoria puntuale e dettagliata, «nessuna prova in questo senso è stata formata nè durante le indagini nè durante il processo».

La tesi portante dell’inchiesta, che portò prima all’iscrizione nel registro degli indagati dei quattro e successivamente al rinvio a giudizio da parte del gup Giovanni de Rensis , è che gli amministratori di Canzano avrebbero intenzionalmente procurato alla società Ser.Com di Caserta, che nel 2008 incaricarono di installare e gestire l’autovelox fisso sulla statale 150, un ingiusto vantaggio patrimoniale, determinando un danno proprio al Comune. «Ma», ha detto a questo proposito il pm nel corso della requisitoria, «non è stato dimostrato nessun atto di favoritismo».

Tra gli ultimi testi sentiti ieri mattina c’è stata una donna residente vicino all’apparecchio. «Prima dell’autovelox su quel tratto ci sono stati tanti incidenti mortali», ha detto, « poi sono diminuiti».

Petrosino e altri automobilisti si erano costituiti parte civile. «E’ la fine di un incubo», ha detto il sindaco Di Marco, «io sono sempre stato convinto della mia innocenza e soprattutto ho sempre avuto fiducia nella giustizia». Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Giandonato Morra, Gianni Falconi e Mirco Di Bonaventura. (d.p.)

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