«Licenziata dopo 30 anni» Educatrice d’asilo fa ricorso 

Mosciano, giuliese si rivolge al tribunale per il mancato rinnovo del contratto La nuova cooperativa che si è aggiudicata l’appalto non l’ha confermata

MOSCIANO. Dopo 30 anni di lavoro continuativo alle dipendenze dell’asilo nido comunale di Mosciano viene esclusa dalla collaborazione e per questo si rivolge al tribunale. La donna, originaria di Giulianova, è assistita dall’avvocato Sigmar Frattarelli. La vicenda nasce il 24 agosto 2018 quando l’Unione dei Comuni “Terre del Sole” con una delibera approva il progetto di servizio asilo nido “Il Castello dei Piccoli” di Mosciano per il periodo compreso tra settembre 2018 e luglio 2020.
Secondo la versione fatta dal legale nel ricorso al tribunale del lavoro «all’articolo 16 del progetto di servizio viene stabilita una clausola in cui si specifica che la ditta aggiudicataria, compatibilmente con la propria organizzazione assume, nel medesimo asilo nido ed in riferimento al servizio di cui all’appalto indetto, il personale impiegato dal gestore uscente, sia esso dipendente o socio. L’aggiudicataria si impegna a dare priorità, valorizzandole alle anzianità e professionalità maturate nella gestione del servizio di cui al relativo capitolato, svolto presso l’asilo nido di Mosciano». E così spiega ancora l’avvocato nel ricorso: «Il servizio, all’esito della gara, viene affidato alla 3M cooperativa sociale che, dopo aver convocato la lavoratrice ed averle fatto stipulare un contratto a tempo determinato in vista della definitiva assunzione assieme agli altri dipendenti, ha proseguito il rapporto con tutti gli addetti già utilizzati escludendo la dipendente in questione alla quale non è stato prorogato o rinnovato il contratto e non è stata assunta alle dipendenze della 3M cooperativa sociale nonostante fosse ricompresa nel novero dei dipendenti da assorbire attraverso un contratto a tempo determinato nella prospettiva della futura prosecuzione. Risultato: tutti riassorbiti al di fuori della dipendente una volta ottenuta l’aggiudicazione definitiva del servizio ad aprile del 2019». Frattarelli commenta: «Si ritiene che la lavoratrice abbia subito un grave abuso poiché la previsione contenuta nel progetto di servizio era chiara nell’imporre all’impresa aggiudicataria, sia un preciso obbligo di assumere, ovvero di riassorbire tutto il personale già utilizzato nel medesimo servizio dall’impresa uscente. Un impegno di portata più ampia, di dare priorità e di valorizzare nelle assunzioni quelle unità lavorative che avevano maturato più anzianità e professionalità nello svolgimento del servizio ovvero quelle che da anni erano state occupate presso l’asilo nido del Comune».
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