Lotto zero, il Tar bloccal'avvio dei lavoritra Porta Romana e Cona

Accolta la richiesta di sospensiva delle imprese escluse dall'appalto di 9 milioni di euro. Il sindaco Brucchi all'Anas: perdiamo meno tempo possibile, il cantiere (foto) deve ripartire in fretta

TERAMO. Tempi brevi per l'apertura del cantiere. È la sollecitazione che il sindaco Maurizio Brucchi ha rivolto all'Anas dopo l'ordinanza del Tar che ha bloccato l'appalto per il secondo tratto del Lotto zero, quello da Porta Romana alla Cona. Il tribunale amministrativo ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dall'associazione temporanea d'imprese (Ati) guidata dalla Icp Porcinari di Montorio al Vomano, che era stata esclusa dall'aggiudicazione dei lavori da nove milioni di euro.

L'Anas, che gestisce l'appalto, un paio di mesi fa aveva affidato l'intervento alla Mar di Penna Sant'Andrea ritenendo incompleta la documentazione presentata dall'Ati. La Icp Porcinari e le altre imprese del raggruppamento avevano formulato l'offerta economica migliore, ma l'assenza delle firme in alcuni documenti esplicativi della proposta aveva indotto l'ente titolare a escluderle.

L'Ati ha impugnato questa decisione e assistita dall'avvocato Angelo Raffaele Pelillo ha presentato il ricorso al Tar chiedendo la sospensione dell'affidamento. Secondo il raggruppamento d'imprese, il vizio riscontrato non sarebbe stato sufficiente a cancellare l'offerta senza neppure un ulteriore confronto diretto sulla congruità della proposta economica. La tesi è stata ritenuta fondata dal Tar abruzzese, che ha concesso la sospensiva in attesa del giudizio di merito fissato a maggio. L'effetto immediato è che l'apertura del cantiere, prevista per dicembre, slitterà almeno di un mese.

I legali dell'Anas domani a Roma metteranno a punto la strategia da seguire e dalla loro decisione dipenderanno i tempi di riattivazione dell'appalto. La prima possibilità è quella di un appello al Consiglio di Stato contro la sospensiva che, in caso di accoglimento, rimetterebbe in pista l'intervento probabilmente già entro gennaio. L'altra opzione è di riaprire la procedura riammettendo l'Ati, verificando l'adeguatezza della sua offerta e procedendo alla riassegnazione dell'opera. Per accelerare, le due piste potrebbero essere battute anche contestualmente.
Brucchi vuole ridurre il ritardo al minimo. «I lavori non sono a rischio, si tratta di un problema risolvibile», assicura, «bisogna adottare la soluzione che faccia perdere il minor tempo possibile».

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