Macchinario nuovo senza medici

La Asl dimentica l’apparecchio che costa mezzo milione di euro

ATRI. La Asl “dimentica” un macchinario costato quasi 500mila euro, all’avanguardia nella diagnosi precoce dei tumori all’apparato digerente. E’ l’opposizione al Comune di Atri, nel cui ospedale è l’ecoendoscopio, a lanciare l’allarme.
I gruppi consiliari del Pd, dell’Udc e de La rosa bianca hanno chiesto al sindaco, Gabriele Astolfi, la convocazione di un consiglio urgente sul problema. A settembre venne firmata una convenzione fra la Asl e la fondazione oncologica Santa Rita: venne istituito un centro di ricerca applicata nella lotta ai tumori che si avvale di un ecoendoscopio, uno dei cinque esistenti in Italia. Il costo del macchinario è 430mila euro, finanziati dalla Fondazione Tercas.

Ma a lavorare nella struttura ci sono nei fatti solo due medici, uno dei quali è pagato dalla fondazione Santa Rita. Un organico insufficiente.
Come specificato in un’interrogazione presentata dall’opposizione a febbraio si sarebbe dovuta organizzare una conferenza programmatica «per la condivisione di un progetto che possa creare ad Atri un centro di eccellenza nella cura delle varie patologie inerenti scopi e progetti della fondazione».

Nella stessa interrogazione l’opposizione chiedeva che il Comune intervenisse perchè uno dei due gastroenterologi che la Asl avrebbe dovuto assumere a tempo determinato con un avviso pubblico venisse destinato alla struttura atriana in modo da farla decollare. Ma ora, dopo tre mesi, Udc, Pd e La rosa bianca fanno notare che «a tutt’oggi non abbiamo avuto riscontro sia in merito alla preannunciata conferenza programmatica fra enti locali, fondazione Santa Rita e Asl nonchè all’assegnazione di un medico».

L’opposizione fa notare che «la situazione si sta facendo ogni giorno più preoccupante, e pare certo che nessuno dei due medici di cui all’avviso pubblico venga assegnato alla struttura atriana, nonostante la conferenza stampa fatta in pompa magna dell’assessore regionale salla sanità a Pescara il 12 febbraio 2010, in occasione della presentazione dell’ecoendoscopio in dotazione alla struttura di Atri».

In effetti è un vero peccato che la Asl non valorizzi un patrimonio così prezioso. Il reparto di endoscopia nel 2009 nonostante la carenza di personale ha svolto 4,244 prestazioni, che hanno alla Asl di teramo di incassare oltre 250mila euro. Il nuovo strumento ha fatto incassare in poco tempo ben 40mila euro alla Asl, che non ha speso e non sta spendendo nulla per farlo funzionare. Eppure basterebbe poco per creare una sturttura in grado di fornire prestazioni importanti per i pazienti, anche per quelli di fuori Asl. Con più personale si potrebbero far funzionare le due sale endoscopiche, si potrebbe attivare un ambulatorio per la celiachia e delle malattie infiammatorie intestinali e potenziare l’attività ecoedoscopica diagnostica e operativa.

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