Marsilio sui lavori nel traforo: «Sono necessari, basta proteste»
Intanto la deputata dei 5 Stelle Daniela Torto interroga il ministro dell’Ambiente sulle perforazioni previste nel massiccio. Ciancaione: «Vanno fermate, si vogliono realizzare nuove captazioni»
TERAMO. Il presidente della Regione Marco Marsilio ieri a Teramo è intervenuto sulla chiusura parziale del traforo del Gran Sasso, prevista a partire da lunedì per l’avvio di indagini geognostiche necessarie a preparare il progetto della messa in sicurezza dell’acquifero. Un’attività che durerà 45 giorni, forse di più, e che viene anticipata oggi e domani da chiusure integrali di una canna per volta: oggi quella in direzione L’Aquila e domani quella in direzione Teramo, sempre dalle 8 alle 20. Dalle 10 di lunedì sarà transitabile una sola canna, con senso unico alternato regolato da un semaforo. Marsilio ha escluso ogni slittamento o rinvio, dicendo: «Bisogna fare i lavori, non si può passare venticinque anni a lamentarsi del fatto che l'acquifero del Gran Sasso non è messo in sicurezza e poi quando iniziano i lavori andare in giro a bestemmiare. Bisogna mettere in sicurezza l'acquifero, è quello che stiamo facendo: abbiamo lavorato quattro anni col commissario, precedente e attuale, e con finanziamenti dello Stato perché questo possa avvenire. È evidente che un impatto sulla viabilità e percorribilità piena del traforo si deve pagare: cercheremo però di limitare al massimo questo impatto, lavorando col commissario perché le stazioni appaltanti rispettino i tempi e siano il più veloci possibili nelle loro attività. Bisogna essere seri e non fare inutili strumentalizzazioni, mistificazioni o propaganda su cose del genere. Noi, dopo oltre vent'anni che la questione è rimasta appesa, stiamo finalmente dando inizio ai lavori e questo credo sia un evento che le province di Teramo e L'Aquila debbano festeggiare».
Nel frattempo, il gruppo consiliare di Roseto Liberi Progressisti guidato da Rosaria Ciancaione fa sapere di aver presentato due osservazioni al comitato Via della Regione (che non le ha accolte) per cercare di fermare le indagini geognostiche nel traforo, che comporteranno 21 perforazioni in profondità nella roccia del massiccio. «Su questo delicato problema», si legge nella nota, «è intervenuta Daniela Torto, capogruppo del M5S della Commissione bilancio della Camera dei deputati, che qualche giorno fa ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Ambiente, chiedendo se era a conoscenza della situazione e quali iniziative avrebbe inteso assumere per evitare le 21 perforazioni». Dietro queste iniziative c’è la convinzione che il commissario governativo Pierluigi Caputi stia puntando a realizzare nuove captazioni di acqua potabile nel ventre del Gran Sasso. Ciancaione evidenzia che lo stesso Caputi ha avviato la procedura di valutazione dell’impatto ambientale parlando di nuove captazioni, salvo poi dichiarare che questa fase non le riguarderà. «Di fronte a una chiara incongruenza tra le affermazioni commissariali e le finalità delle perforazioni, di fronte a disagi e rischi da contaminazioni, oltre che a possibili danni erariali», conclude Ciancaione, «non vogliamo darci per vinti, convinti che l’interrogazione presentata dall’onorevole Torto possa indurre il ministro dell’Ambiente a evitare che si realizzi questo ulteriore scempio ambientale e sociale nel nostro Abruzzo».(d.v.-v.m.)
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