Roberto Petrella e l’avvocato Tommaso Navarra

TERAMO

Medico no vax arrestato: ricorso per tornare libero

Petrella va al tribunale del Riesame dopo la mancata revoca dei domiciliari. Il professionista teramano è finito sotto processo per la morte di un paziente

TERAMO. Il giudice ha negato la scarcerazione e il medico no vax ha fatto ricorso al tribunale del Riesame. Il caso è quello di Roberto Petrella il medico teramano da febbraio agli arresti domiciliari dopo la morte di un paziente il cui corpo è stato riesumato e sottoposto ad autopsia.

Dopo la fissazione del giudizio immediato, la difesa del professionista rappresentata dall’avvocato Tommaso Navarra nelle scorse settimane ha presentato istanza per la revoca della misura detentiva, ma la richiesta (a cui la Procura ha dato parere negativo) è stata rigettata dal giudice. Da qui la decisione di impugnare il provvedimento al tribunale del Riesame.

I pm Stefano Giovagnoni e Silvia Scamurra, titolari del fascicolo, nei giorni scorsi hanno chiuso le indagini contestando al medico l’ipotesi di omicidio colposo e chiedendo l’applicazione del giudizio immediato. Richiesta già accolta dal giudice per le indagini preliminari Marco Procaccini con la prima udienza del processo fissata per il 6 luglio.

Il medico teramano è accusato di omicidio colposo per la morte di Gennaro Sances, camionista casertano di 68 anni, che dal 2020 era in cura da Petrella e che a dicembre è morto. L’uomo e la compagna, come da questa riferito agli investigatori, avevano visto su Facebook diversi video del medico teramano e l'avevano contattato per un consulto.

Da quel momento il camionista ne era diventato un paziente. L'uomo più volte sarebbe stato a Teramo per farsi visitare. Da ottobre i contatti sarebbero stati solo telefonici. L'ultima volta la mattina del decesso, l’8 dicembre scorso, quando – sostiene l’accusa – Petrella avrebbe prescritto al paziente, che accusava febbre alta e malesseri diffusi da giorni, vitamine e integratori a base di funghi, sconsigliandogli di recarsi in ospedale.

Il medico, in un lungo interrogatorio di garanzia davanti al gip, si è difeso sostenendo di non aver fatto morire nessuno e di aver detto alla moglie del paziente di chiamare l’ambulanza. Diversa la ricostruzione fatta dai magistrati sulla base delle intercettazioni telefoniche.

Il medico è ancora ai domiciliari dopo la nuova misura chiesta ed ottenuta dalla Procura teramana dopo che gli atti sono arrivati dalla Procura calabrese. Il gip di Catanzaro nell’emettere la prima ordinanza di custodia cautelare si era dichiarato territorialmente incompetente in considerazione del fatto che, ritiene l’autorità giudiziaria, la presunta condotta omissiva sia avvenuta con le telefonate intercorse tra medico e paziente.

L’autopsia, svolta dall’anatomopatologo Antonio Tombolini dopo il passaggio dell’inchiesta a Teramo, ha confermato che il paziente è morto per un infarto acuto al miocardio e ha escluso ogni ipotesi legata al Covid. Intanto nei giorni scorsi il medico teramano ha impugnato davanti ai giudici del Tar, il tribunale regionale amministrativo, entrambi i provvedimenti che nelle settimane scorse gli sono stati notificati a distanza di poche settimane l’uno dall’altro dall’Ordine provinciale dei medici che lo ha sospeso dalla professione prima per la mancata vaccinazione anti Covid e poi per l’inchiesta.