Moglie e figli senza cibo, condannato
È accusato anche di aver picchiato la donna per farla abortire: un anno e 6 mesi
TERAMO. Un anno fa era finito in carcere con la pesante accusa di aver picchiato la moglie davanti ai tre figli piccoli, di averla lasciata senza soldi per comprare il cibo e in una occasione di averla presa a botte con l’intento di farla abortire pensando fosse incinta: l’uomo, un macedone di 32 anni residente a Teramo e difeso dall’avvocato Nello Di Sabatino, ieri mattina è stato condannato a un anno e sei mesi dal collegio presieduto dalla giudice Claudia Di Valerio (a latere i giudici Emanuele Ursini e Martina Pollera).
Il 32enne, dopo essere uscito dal carcere, attualmente ha avviato un percorso in un’associazione che si occupa di maltrattanti.
Secondo l’accusa dei carabinieri delegati alle indagini dal pm Francesca Zani (titolare del fascicolo), l’uomo nel tempo avrebbe messo in atto continui comportamenti finalizzati a isolare e segregare la donna fino all’episodio considerato più violento avvenuto nella giornata del 12 ottobre dell’anno scorso. Sempre secondo l’accusa, convinto che la moglie fosse nuovamente incinta, quel giorno tornato dal lavoro l'aveva colpita con pugni e schiaffi con l'intento di farla abortire, provocandole lesioni tali alla testa e al corpo da rendere necessario il ricorso al pronto soccorso. Fu in quell’occasione che la donna, una giovane mamma di 29 anni, si presentò dai carabinieri per chiedere aiuto e per raccontare i maltrattamenti subiti dall’uomo. Ai militari la donna raccontò delle botte continue davanti ai figli, della impossibilità in molte occasioni di acquistare cibo perché lasciata senza soldi dal coniuge che non voleva che lei lavorasse. Dopo la denuncia e l’arresto dell’uomo, la donna e i figli per molto tempo sono stati ospitati in una casa protetta. La richiesta di aiuto e la sua denuncia fecero subito attivare le procedure del Codice rosso, la legge del 2019 che tutela le donne e i soggetti deboli vittime di violenze e che prevede tempi di intervento notevolmente più brevi rispetto ad altre tipologie di reato.(d.p.)
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