Muore disidratato in ospedale ad Atri, nominato un pool di periti

Il tribunale cerca di fare chiarezza sulle responsabilità per la morte di Giuseppe Piccioni, 27 anni di Roseto

ROSETO. Sarà un pool di periti nominati direttamente dal tribunale a cercare di fare chiarezza sulle responsabilità per la morte di Giuseppe Piccioni, il 27enne di Roseto deceduto per disidratazione all'ospedale di Atri il 13 agosto del 2010 dopo un ricovero durato 31 giorni e iniziato con un'appendicectomia. Lo ha deciso ieri pomeriggio il giudice monocratico Franco Tetto. L’incarico sarà affidato nell’udienza del 9 marzo, al termine dell’istruttoria dibattimentale.

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Una morte, quella di Piccioni, per cui sono a processo quattro medici dell’ospedale atriano accusati di omicidio colposo: il primario del reparto di chirurgia dell'ospedale di Atri Osvaldo De Berardinis, i chirurghi Alfredo Torretta e Alfonso Prosperi e il nefrologo Maurizio Tancredi, che in quei 31 giorni a vario titolo si occuparono di Piccioni. Nell’udienza di ieri pomeriggio sono sentiti come testi anche i due medici rianimatori che in quei giorni seguirono il ragazzo. I rianimatori sono stati citati direttamemte dal giudice con un’ordinanza. I quattro medici a processo sono difesi dagli avvocati Tommaso Navarra, Gianni Gebbia e Maurizio Dionisio.

I familiari del giovani si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dagli avvocati Claudio Iaconi e Barbara Castiglione. L’avvocato Iaconi dichiara: «Si tratta di un processo complesso e articolato. Si stanno profondendo tutti gli sforzi difensivi affinchè la verità storica emerga sul piano processuale, in presenza di una istruttoria dibattimentale guidata con grande attenzione da parte del tribunale».(d.p.)

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