Muore dopo il ricovero, scatta l'inchiesta

22 Settembre 2011

La denuncia del figlio: dimessa dalla Rsa con un'enorme piaga non curata

TERAMO. Muore tra atroci sofferenze quattro mesi dopo aver subìto un'operazione al femore. Tre di quei quattro mesi li trascorre nella Rsa (residenza sanitaria assistita) di Villa San Romualdo, struttura che la Asl utilizza per la riabilitazione di pazienti anziani. Quando ne esce, la donna non cammina ed ha un'enorme piaga da decubito, non curata, all'altezza dell'osso sacro. Il figlio denuncia, la Procura della Repubblica di Teramo apre un fascicolo d'inchiesta.

I protagonisti della drammatica vicenda sono Maria Torrieri, classe 1925, di Mutignano di Pineto, scomparsa lo scorso 31 maggio; il figlio Vincenzo Ciferni, 64 anni, che oltre ad interessare la magistratura ha voluto raccontare al Centro la storia; e il pubblico ministero Irene Scordamaglia, che ha avviato le indagini.

Il racconto di Ciferni parte dalla frattura al femore subìta dalla madre. «L'ho ricoverata il 15 gennaio all'ospedale di Atri. Qui è stata operata ed è rimasta degente fino al 3 febbraio, quando è stata dimessa e l'ho trasportata a mie spese, con l'ambulanza, alla Rsa di Villa San Romualdo. Io volevo portarla alla clinica Sant'Agnese di Scerne, ma in ospedale mi hanno detto di andare alla Rsa. Qui è rimasta tre mesi. Quando andavo a trovarla era sempre in carrozzina e mi diceva "va tutto bene", ma tenete presente che aveva un po' di demenza senile. Io sentivo un odore strano, pensavo fosse il pannolone. Il 28 aprile la commissione medica della Asl le ha rinnovato il soggiorno per un altro mese, ma io ho voluto riportarla a casa. Non aveva fatto alcun progresso, anzi non riusciva neanche a mettere i piedi a terra. A casa ho notato che aveva una grossa piaga da decubito all'altezza dell'osso sacro. Una ferita così estesa e profonda da aver lasciato scoperto l'osso. Allora ho chiamato l'Adi (assistenza domiciliare integrata) e l'infermiere che è venuto, vista la gravità del caso, ha chiesto una consulenza chirurgica. Il chirurgo mi ha detto che era grave e che bisognava interessare la commissione medica per disporre la riabilitazione. Giorni dopo, visto che mia madre non migliorava, ho chiamato il medico di guardia, che ha disposto il ricovero all'ospedale di Atri».

Qui Maria Torrieri muore il 31 maggio. Nel frattempo, il 24, il figlio aveva già fatto denuncia ai carabinieri di Atri, allegando delle foto della madre che dimostrano in modo inequivocabile le condizioni in cui si trovava. L'autopsia sulla donna non viene effettuata. Il figlio, giorni dopo, integra la denuncia con il certificato di morte e la cartella clinica del secondo ricovero ad Atri. Parte l'inchiesta, che dovrà rispondere a domande inquietanti: l'anziana è morta per quella ferita non curata? E chi è l'eventuale responsabile delle mancate cure? Sarà probabilmente una perizia medico-legale a stabilirlo.

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