LA CGIL SCRIVE AI MANAGer

Operatori del 118: è scontro fra Teramo e gli aquilani

TERAMO. Tira aria di guerra di campanile fra Teramo e L’Aquila. Teatro è la Asl, in particolare il 118. A segnalare il problema è la Fp Cgil che ha scritto una lettera, fra gli altri, ai due...

TERAMO. Tira aria di guerra di campanile fra Teramo e L’Aquila. Teatro è la Asl, in particolare il 118. A segnalare il problema è la Fp Cgil che ha scritto una lettera, fra gli altri, ai due direttori generali, al responsabile del dipartimento di emergenza e accettazione della Asl di Teramo e a quello dell’elisoccorso dell’Aquila. «Nella centrale operativa è stata effettuata una “singolare” procedura selettiva per il possesso delle “qualità” da parte del personale per partecipare alle sttività di elisoccorso alla Asl dell’Aquila», scrive Nunzio Algenj della Fp Cgil segnalando che alla selezione hanno potuto accedere solo coloro che lavorano nella centrale operativa e non tutto il personale del 118 e che sono stati chiesti solo alcuni requisiti, ad esempio il peso, ma non l’altezza. Algenj contesta anche che sono stati scartati alcuni colleghi che avevano tutti i requisiti. Ma più che altro segnala che la «partecipazione ad ulteriori progetti extra aziendali potrebbe comportare problemi a carico del 118, non ultimo anche all’elisoccorso dell’Aquila, dove personale addestrato e qualificato potrebbe male accettare l’ingerenza di operatori esterni e accampare, giustamente, pretese di partecipazione a progetti aziendali “di casa nostra”, con ovvio disordine oganizzativo». Algenj infatti parla dell’intenzione di diversi operatori aquilani a partecipare, di rimando, alle selezioni dei progetti obiettivi per tenere aperte le postazioni del 118 di Isola, Bisenti, Silvi, Roseto e Alba Adriatica. «Quindi si ridurrebbero le prestazioni svolte dai teramani», osserva il sindacalista della Cgil, «comunque noi proponiamo, visto il momento di forte crisi, che all’elisoccorso si assumano in pianta stabile 7 operatori e che in una fase successiva se ne assumano altri 20 per tenere aperte le postazioni d’emergenza nel Teramano: così ridistribuiamo gli introiti e creiamo importanti posti di lavoro».(a.f.)