Pd: il presidente chiarisca le consulenze

Gli imprenditori: a noi interessa la trasparenza della progettualità

TERAMO. «Crac Di Pietro e studio Chiodi-Tancredi; promozioni politiche nelle Asl; superconsulenze negli enti locali targati Pdl; indagini che coinvolgono stretti collaboratori e uomini fidati della presidenza della giunta; mancanza di trasparenza». Sono i temi principali della critica che Silvio Paolucci ha mosso alla gestione della Regione da parte del presidente Gianni Chiodi, e che si aggiungono alle dieci domande (nella tabella accanto) rivoltegli dal consigliere regionale dell'Idv, Cesare D'Alessandro. Il segretario regionale del Pd (il maggior partito di opposizione della giunta di centrodestra) interviene di nuovo dopo l'ultimo caso: l'inchiesta sullo smaltimento delle macerie del terremoto che coinvolge il Comune di cui è vicesindaco Antonio Morgante, il capo della segreteria del commissario delegato per la ricostruzione, cioè di Chiodi. «Non entriamo nel merito dell'indagine che la magistratura ha il diritto di condurre in piena serenità», ha detto Paolucci, «ma c'è evidentemente un corto circuito di poteri attorno alla ricostruzione. Chiodi continua a respingere ogni regola di trasparenza e sono i cittadini abruzzesi a pagare caro il prezzo di questa diffidenza del presidente-commissario verso le regole democratiche.

«Lo scontro per la mancanza di trasparenza e di condivisione fa parte dei giochi della politica. Penso, però, che oggi, per la prima volta nella storia, le parti sociali vengano coinvolte nelle scelte della Regione, grazie allo strumento del Patto per lo sviluppo», dice il vicepresidente di Confindustria Abruzzo, Paolo Primavera. «Forse oggi», aggiunge Primavera, «le parti sociali sono addirittura più coinvolte del consiglio regionale, perché sono riuscite a spostare l'attenzione delle strategie della Regione Abruzzo dai banchi dell'Emiciclo al tavolo del Patto. Trasparenza per noi è sinonimo di progettualità legata alla crescita, il resto sono giochetti politici che non ci interessano».

Se, da un lato, il direttore della Cna, Graziano Di Costanzo, è convinto che il Patto abbia portato al coinvolgimento e alla trasparenza, dall'altro «il giudizio su Chiodi e sul suo modo di amministrare, nel complesso, è negativo. E' arrivato come decisore, ma di decisioni ne ho viste poche».
Parole differenti arrivano, infine, dal presidente di Confapi Abruzzo, Italo Ferrante, secondo il quale «dal nostro punto di vista il governo regionale ha fatto cose positive. Non mi sembra che Chiodi stia perdendo di credibilità». (l.d.)

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