Piano da sette milioni e mezzo per rivitalizzare le aree interne 

Via libera del Governo al progetto presentato dalla Comunità montana Alto Aterno-Gran Sasso Potenziamento di sanità, formazione, turismo e trasporti in quindici comuni teramani e aquilani

TERAMO. Il governo dà il via libera al piano per frenare lo spopolamento delle aree interne dopo il sisma del Centro Italia. Si tratta di interventi per 7,5 milioni di euro che rientrano nella strategia messa a punto dalla comunità montana Alto Aterno-Gran Sasso, di cui fanno parte 15 comuni tra il Teramano e l’Aquilano, appena approvata dal consiglio dei ministri nell’ambito della Strategia nazionale aree interne (Snai). I centri coinvolti sono Campli, Capitignano, Civitella del Tronto, Colledara, Crognaleto, Campotosto, Fano Adriano, Montereale, Montorio, Pietracamela, Torricella Sicura, Cortino, Rocca Santa Maria, Tossicia e Valle Castellana e per rendere operativo il piano, con l’investimento delle risorse stanziate, manca solo la firma dell’accordo di programma quadro con il governo.
La strategia mira alla collaborazione tra le amministrazioni locali sulla base di convenzione per attuare gli interventi previsti. L’idea di fondo, come indica il progetto, è di ricreare «una montagna viva», al di là dei limiti anche morfologici delle diverse zone. Questo sarà possibile anche tramite l’impiego delle tecnologie. Tra le condizioni poste per la realizzazione degli interventi c’è infatti il «superamento del “digital divide” che caratterizza gran parte dell’area». Il piano si concentrerà, dunque, su aspetti come la sanità, puntando ad aumentare quantità e qualità dei servizi di prevenzione e di urgenza, la formazione, tramite l’ampliamento dell’offerta riferita a specializzazione e sbocchi occupazionali. Uno degli obiettivi principali è anche il potenziamento del trasporto locale, sia a vantaggio della popolazione sia in prospettiva di sviluppo turistico, grazie a «collegamenti intelligenti». Altro aspetto rilevante del piano è la valorizzazione del patrimonio naturale che coinvolgerà anche l’Ente Parco Gran Sasso-Laga, nel cui perimetro rientrano 14 dei 15 comuni interessati al progetto. «La Comunità montana Gran Sasso ha sempre fortemente creduto nell’opportunità reale e concreta di questo programma», spiega il commissario dell’ente Nando Timoteo, «ringrazio sentitamente i sindaci che hanno creduto nel progetto e ci hanno sostenuto nella realizzazione, gli uffici e il tutto personale che seguirà la fase esecutiva». I referente del piano Ennio Facciolini, primo cittadino di Montorio, sottolinea l’impegno per portare a conclusione il percorso avviato nel 2017. «Nell’area omogenea Alto Aterno-Gran Sasso-Laga» afferma, «oltre alle problematiche indotte dalle dinamiche caratterizzanti delle aree interne, si sommano le difficoltà legate ai danni prodotti dagli eventi sismici. Si tratta però allo stesso tempo di un’area ricca di risorse naturali e culturali, prevalentemente montana, i cui comuni sono compresi all’interno del parco nazionale, e che possiede quindi in sé preziose risorse sulle quali la “strategia” sta mettendo le radici».
Un plauso arriva anche dal segretario regionale del Pd Michele Fina chedichiara: «Si tratta di una importante opportunità, di valorizzazione e rilancio di territori che fanno parte delle aree interne della nostra regione». La Strategia nazionale delle aree Interne è stata avviata da alcuni anni e ha coinvolto inizialmente alcune zone sperimentali». In Abruzzo ne sono state individuate cinque, ma per Fina questo strumento va esteso. «I tempi sono maturi», conclude il segretario regionale del Partito democratico, «per stabilire il passaggio dalla fase sperimentale della strategia ad una applicazione universale, organica e strutturale per tutti i piccoli comuni montani».
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