Piazza Dante, niente indennizzo: lo scontro va in Corte d’appello
La sentenza di primo grado nega il risarcimento di sei milioni alla società che gestisce le strisce blu Domani l’udienza per la modifica della decisione. D’Alberto: l’area va in parte liberata dai parcheggi
TERAMO . Lo scontro in tribunale per piazza Dante e il parcheggio sottostante si arricchisce di un nuovo capitolo. È fissata per domani l’udienza in Corte d’Appello per la revisione della sentenza di primo grado che ha escluso il risarcimento milionario chiesto al Comune dalla Socabi, società che si occupa della sosta a pagamento nell’impianto sotterraneo e nell’area in superficie. Si tratta del giudizio in sede civile, che viaggia parallelo a quello affidato agli organi della giustizia amministrativa, intentato dalla ditta contro i provvedimenti dell’ente tesi a sottrarle il controllo di piazza Dante. Questa, stando ai piani del Comune, va in gran parte riportata a zona pedonale, cancellando le strisce blu che garantiscono introiti alla Socabi sulla base di un accordo, risalente all’epoca dell’amministrazione di centrodestra, teso a compensare i maggiori costi sostenuti dalla società nella fase di allestimento e avvio del parcheggio interrato.
LA GUERRA DEI NUMERI
Per il Comune, che ha affidato i calcoli al consulente finanziario Deloitte, gli incassi ottenuti dalla Socabi tramite gli stalli in piazza hanno riequilibrato i conti e dunque le strisce blu possono essere cancellate, recuperando spazio per percorsi pedonali e arredi idonei a un’area in pieno centro su cui tra l’altro si affaccia l’edificio di pregio storico e architettonico sede del liceo classico e del convitto Delfico. La società, però, è rimasta di tutt’altro avviso. Secondo i suoi rappresentanti i conti non sono stati affatto pareggiati, anche perché nel frattempo si sarebbero aggiunte ulteriori perdite non calcolate riferite alla pandemia, e per questo ha impugnato davanti al Tar l’atto con cui l’amministrazione, tra fine 2021 e inizio 2022, ha avviato la riacquisizione e la pedonalizzazione della piazza. Il tribunale amministrativo dell’Aquila ha respinto l’istanza, ritenendo corretta la procedura adottata dall’ente, ma la Socabi ha proposto appello al Consiglio di Stato dove il giudizio e tutt’ora pendente.
La richiesta di risarcimento Nel frattempo il gestore ha fatto partire anche la causa civile, chiedendo un indennizzo di circa sei milioni di euro, tra spese non riconosciute dal Comune e danni, prospettando la risoluzione del contratto per l’impianto sotterraneo. A sua volta l’ente ha presentato un’istanza nella quale, ferma restando la risoluzione del rapporto con la società, ha evidenziato di aver subito un danno che il gestore dovrebbe risarcire. Anche la sentenza civile di primo grado ha dato ragione all’amministrazione, ma la Socabi non ha mollato. Si è rivolta alla Corte d’Appello che ha sospeso gli effetti del precedente giudizio e domani dovrebbe entrare nel merito della questione.
la trattativa possibile
«Abbiamo già ottenuto due sentenze favorevoli in questa vicenda», sottolinea il sindaco Gianguido D’Alberto, «che rappresenta una delle più grandi ferite aperte in città». Il primo cittadino ricorda la battaglia portata avanti sui conti del parcheggio sotterraneo e per il ritorno alla pedonalità di piazza Dante quando era consigliere di opposizione. «Subito dopo il nostro insediamento abbiamo avviato un’azione politica e amministrativa per riprendere il controllo di quella situazione e le decisioni dei giudici sono la conseguenza del percorso intrapreso e ne evidenziano la correttezza». Sulla gestione dell’impianto sotterraneo D’Alberto lascia aperta la porta del dialogo. «Siamo pronti a confrontarci con la società anche in questa fase», evidenzia, «ma resta il fatto che piazza Dante va liberata almeno in parte dai parcheggi e riqualificata con un progetto che condivideremo con i cittadini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LA GUERRA DEI NUMERI
Per il Comune, che ha affidato i calcoli al consulente finanziario Deloitte, gli incassi ottenuti dalla Socabi tramite gli stalli in piazza hanno riequilibrato i conti e dunque le strisce blu possono essere cancellate, recuperando spazio per percorsi pedonali e arredi idonei a un’area in pieno centro su cui tra l’altro si affaccia l’edificio di pregio storico e architettonico sede del liceo classico e del convitto Delfico. La società, però, è rimasta di tutt’altro avviso. Secondo i suoi rappresentanti i conti non sono stati affatto pareggiati, anche perché nel frattempo si sarebbero aggiunte ulteriori perdite non calcolate riferite alla pandemia, e per questo ha impugnato davanti al Tar l’atto con cui l’amministrazione, tra fine 2021 e inizio 2022, ha avviato la riacquisizione e la pedonalizzazione della piazza. Il tribunale amministrativo dell’Aquila ha respinto l’istanza, ritenendo corretta la procedura adottata dall’ente, ma la Socabi ha proposto appello al Consiglio di Stato dove il giudizio e tutt’ora pendente.
La richiesta di risarcimento Nel frattempo il gestore ha fatto partire anche la causa civile, chiedendo un indennizzo di circa sei milioni di euro, tra spese non riconosciute dal Comune e danni, prospettando la risoluzione del contratto per l’impianto sotterraneo. A sua volta l’ente ha presentato un’istanza nella quale, ferma restando la risoluzione del rapporto con la società, ha evidenziato di aver subito un danno che il gestore dovrebbe risarcire. Anche la sentenza civile di primo grado ha dato ragione all’amministrazione, ma la Socabi non ha mollato. Si è rivolta alla Corte d’Appello che ha sospeso gli effetti del precedente giudizio e domani dovrebbe entrare nel merito della questione.
la trattativa possibile
«Abbiamo già ottenuto due sentenze favorevoli in questa vicenda», sottolinea il sindaco Gianguido D’Alberto, «che rappresenta una delle più grandi ferite aperte in città». Il primo cittadino ricorda la battaglia portata avanti sui conti del parcheggio sotterraneo e per il ritorno alla pedonalità di piazza Dante quando era consigliere di opposizione. «Subito dopo il nostro insediamento abbiamo avviato un’azione politica e amministrativa per riprendere il controllo di quella situazione e le decisioni dei giudici sono la conseguenza del percorso intrapreso e ne evidenziano la correttezza». Sulla gestione dell’impianto sotterraneo D’Alberto lascia aperta la porta del dialogo. «Siamo pronti a confrontarci con la società anche in questa fase», evidenzia, «ma resta il fatto che piazza Dante va liberata almeno in parte dai parcheggi e riqualificata con un progetto che condivideremo con i cittadini».
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