Piccioni, quattro medici indagati

17 Agosto 2010

Accusati di omicidio colposo per la morte in ospedale del giovane di Roseto

ROSETO. Sono quattro i medici indagati per omicidio colposo dopo la morte in ospedale del giovane Roseto Giuseppe Piccioni (nella foto). Ciascuno di loro ha nominato un consulente per l'autopsia che ieri pomeriggio si è svolta nell'ospedale di Atri. Piccioni, 28 anni, è morto dopo essere caduto in coma, a pochi giorni da un malore addominale e da un intervento di appendicectomia.

E' stato il sostituto procuratore Scordamaglia a disporre l'autopsia, su istanza dei genitori e dei fratelli del giovane rosetano.  Il magistrato ha quindi incaricato il medico legale teatino Domenico Angelucci, mentre i quattro indagati, difesi dagli avvocati Gebbia, Puca e D'Alesio, si sono affidati ai consulenti di parte Luigi Miccolis e Giuseppe Calvisi.  Ma c'è anche una parte offesa, cioè i parenti di Piccioni, assistita dall'avvocato Claudio Iaconi, e che ha dato incarico agli esperti Patrizio Rossi e Cristian D'Ovidio. 

La consulenza richiederà molto tempo, prima che la magistratura possa dare una risposta alla domanda se ci sia stata, oppure no, una colpa professionale, una diagnosi non fatta in modo corretto e costata la vita a Piccioni che è morto venerdì scorso nel reparto di Rianimazione dell'ospedale San Liberatore dove si è consumato un calvario durato quasi un mese.  Ha fortissimi dolori addominali Piccioni quando, a metà luglio, viene ricoverato ad Atri per essere sottoposto d'urgenza all'asportazione dell'appendice.

Ma l'operazione non serve a nulla perché i dolori non sono causati dall'appendice infiammata. La situazione peraltro precipita nel giro di pochissimo tempo.  Il giovane rosetano cade in coma e subito dopo perde le sue attività cerebrali.  Ma è per ora ancora misteriosa la causa del suo decesso. Ed è solo una ipotesi che il giovane sia stato ucciso dagli effetti di un'intossicazione alimentare di cui i medici da ieri indagati non si sarebbero accorti.

Una intossicazione che prende il nome di Anisakis, dal parassita che può essere presente nelle alici crude.  Per quasi un mese i genitori di Giuseppe Piccioni, un giovane dal fisico possente, hanno sperato rimanendo accanto al loro figliolo.  Fino a che venerdì mattina la speranza si è dissolta. Il cuore di Giuseppe ha cessato di battere dopo che era già stata dichiarata la sua morte cerebrale. 

L'esposto della famiglia ha però innescato prima il sequestro della cartella clinica custodita all'ospedale San Liberatore e, subito dopo, l'iscrizione nel registro degli indagati dei quattro medici, i cui nomi, per ora, sono tutelati dal segreto istruttorio. Infine l'autopsia con i cinque esperti che ieri sera si è conclusa tardissimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA