Popolare di Bari, primo sì al salvataggio 

La Camera approva il decreto che evita il crac della banca proprietaria di Tercas e Caripe. Ora la palla passa al Senato

TERAMO. I deputati hanno votato in maniera quasi unanime. Con un voto “bipartisan”, di quelli che raramente si registrano nelle aule parlamentari, la Camera ha approvato con 412 voti a favore, 28 astenuti (i deputati di Fratelli d’Italia) e nessuno contrario il disegno di legge di conversione del decreto con le «misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e la realizzazione di una banca d’investimento», che prevede il salvataggio di Banca popolare di Bari. Il testo passa ora all’esame del Senato, ma visto il risultato dell’aula di Montecitorio il voto favorevole dovrebbe essere scontato, almeno a larga maggioranza. È una buona notizia per tutta l’economia abruzzese, dove la presenza della Banca popolare di Bari, traverso Tercas e Caripe, acquisite all’epoca del salvataggio della ex Cassa di risparmio di Teramo da parte dell’istituto di credito barese, è imponente: circa cento sportelli con 800 lavoratori, poco meno dei 1100 dipendenti della BpB in Puglia, la sua principale area di intervento. Tutti i partiti, quindi, ad eccezione di quello guidato da Giorgia Meloni, hanno ritenuto opportuno evitare il tracollo della banca che nel 2018 ha chiuso con una perdita di 420 milioni, mentre al 30 giugno scorso il rosso era di 73 milioni. Ma altre perdite dovrebbero emergere quando i commissari nominati da Bankitalia chiuderanno i conti del 2019.
Molti i commenti politici dopo il voto di Montecitorio. Tra questi le dichiarazioni del parlamentare termano del M5S Antonio Zennaro intervenuto in Aula per sostenere le ragioni del voto favorevole alla conversione in legge del decreto. «Il salvataggio della Banca Popolare di Bari è una questione centrale che ci tocca da vicino», ha scritto in una nota, «tutto il sistema creditizio abruzzese è coinvolto, direttamente e indirettamente», Dopo avere ricordato che il decreto è stato criticato da molti di coloro che poi ieri lo hanno votato, Zennaro aggiunge: «In Abruzzo il sistema creditizio va di pari passo con il tessuto imprenditoriale di un territorio che resiste e, senza il salvataggio della Popolare di Bari, avremmo il rischio che tanti progetti d'investimento in settori strategici vadano persi nel nulla, aggravando ulteriormente la situazione della disoccupazione. A ciò si aggiunge lo spettro dello spacchettamento delle filiali e del problematico ricollocamento del personale attualmente impiegato in ex Tercas. Abbiamo bisogno di una banca del Mezzogiorno, di una banca che possa comprendere e valutare anche l’ultima pratica di fido nel contesto in cui viene richiesta».
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