L'INCHIESTA

Porta di Banksy da Parigi a Sant'Omero: nove arresti in Francia 

Cittadini magrebini coinvolti nel furto dell’opera d’arte al Bataclan e ritrovata nelle campagne teramane

TERAMO. Era nell’aria da qualche giorno da quando le autorità francesi, sempre in contatto con la Procura distrettuale dell’Aquila guidata da Michele Renzo (nella foto), avevano avuto la certezza che il lavoro di sinergia stava dando i risultati sperati.
E ieri è arrivata la notizia di nove arresti fatti in Francia per la porta rubata al Bataclan con il murale di Banksy in memoria delle vittime dell’attentato terroristico. Si tratta di magrebini che in qualche modo sarebbero collegati al connazionale che l’anno scorso avrebbe portato la porta in Italia lasciandola in custodia all’imprenditore di Tortoreto titolare di un B&B che nelle scorse settimane l’ha poi spostata nel casolare di Sant’Omero dove è stata ritrovata dai carabinieri. Un’operazione, quella portata avanti in Francia, ancora coperta da uno stretto riserbo da parte degli investigatori.

Sabato scorso l’imprenditore 50enne italo francese, indagato per ricettazione insieme al magrebino suo conoscente e a un 60enne giuliese che avrebbe avuto un ruolo da mediatore, è stato sentito dai carabinieri e in quell’occasione si è difeso sostenendo di non sapere che si trattasse della porta del Bataclan con l’opera di Banksy e che avrebbe fatto solo una cortesia al cittadino magrebino che conosceva dopo che in alcune occasioni aveva dormito nella sua struttura e che anche altre volte gli avrebbe lasciato in custodia degli oggetti destinati alla sua casa parigina. Così come fatto tra fine gennaio e febbraio dell’anno scorso quando l’opera è stata portata a Tortoreto, quindi poco tempo dopo il furto nel teatro parigino avvenuto il 26 gennaio del 2019, quattro anni dopo il drammatico attentato.

È probabile che prossimamente venga sentito anche il 60enne giuliese che, secondo gli investigatori, potrebbe aver avuto il ruolo di intermediario. Certamente è l’uomo che qualche tempo fa ha presentato il magrebino all’imprenditore di Tortoreto. Gli investigatori sono convinti che quel nascondiglio in un angolo sperduto della Val Vibrata non sia stato scelto casualmente dal magrebino che qualche tempo fa l’ha affidato all’imprenditore. E che proprio in questo crocevia tra Abruzzo e Marche il murale di Banksy realizzato su una porta del Bataclan in memoria delle vittime dell’attentato terroristico fosse in attesa di essere visionato da qualche mercante o collezionista d’arte. La cronaca dell’indagine iniziata in Francia e approdata nel Teramano (tra Sant’Omero e Tortoreto) è ancora tutta da raccontare tra tasselli mancanti e domande senza risposta con la certezza che la parola fine resta ancora da scrivere. Perché è ipotizzabile che nei prossimi giorni ci possano essere ulteriori novità.(d.p.)
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