CAMPLI

«Post sessista». E scoppia il caso alla sagra della porchetta

Lo slogan contestato: "Ogni donna merita di essere guardata come se fosse un panino con la porchetta di Campli". Insorgono la Provincia di Teramo, la commissione Pari opportunità e le Snoq. La Pro loco: è solo goliardia

CAMPLI. Le pubblicità spesso sono abbinate alla provocazione. Che può colpire la sensibilità di intere categorie di persone o addirittura, come è avvenuto per quella della sagra della porchetta di Campli, dell’intero genere femminile. Sotto accusa un post apparso sulla pagina Facebook della sagra: «Ogni donna merita di essere guardata come se fosse un panino con la porchetta di Campli».
E sono subito partite le segnalazioni di chi visto la riproposizione dello stereotipo della donna-oggetto. Cioè l’invito a vederla come un panino la cui farcitura fornisce anche lo spunto per una allusione sessuale.
A dire il vero il popolo del web non si è scandalizzato più di tanto, a leggere i commenti sotto al post. Però sono partite le segnalazioni alle istituzioni che promuovono la parità fra uomo e donna. «E’ una pubblicità volgare», commenta la presidente della commissione provinciale parità, Tania Bonnici Castelli, «è una vergogna. Anche commercialmente è un messaggio sbagliato, come si può pensare che un invito alla sessualità possa portare gente alla sagra della porchetta? Il nostro territorio si deve riprendere e ricominciamo così? Chiediamo agli organizzatori di eliminare questa pubblicità sessista che non fa onore al nostro territorio e alle nostre radici culturali».
Federica Vasanella, consigliera provinciale con la delega alle pari opportunità è saltata sulla sedia quando ha ricevuto le proteste. «Ho subito segnalato il fatto al consigliere provinciale e assessore di Campli Federico Agostinelli», racconta, «Negli ultimi tempi si susseguono casi del genere, dal caso di Francavilla, a quello di Roseto, a quello degli ombrelli. E ora pure la sagra di Campli. Io credo che sia un pessimo messaggio commerciale: se ogni volta bisogna ricorrere al sesso e alla donna, non abbiamo proprio altri strumenti. Così peraltro si banalizza il lavoro di chi tutti i giorni si spende per dare un'immagine diversa della donna. Ogni volta si dice che è stato uno scivolone e poi si fa il mea culpa. Ma visto che è l'ennesimo caso, le scuse non sono più accettabili». Anche Germana Goderecci delle Snoq fa notare che «da anni passano messaggi sulla donna oggetto, da guardare come se avesse solo importanza l'estetica ma non quello che la donna è, con la sua intelligenza. Tutti i valori femminili vengono cancellati dall’uso dell'immagine femminile solo a scopo commerciale. Così è donna oggetto quella che tiene l'ombrello o quella utilizzata per pubblicizzare l'auto. E la negazione del valore femminile purtroppo continua, nonostante le dimostrazioni che le donne danno del proprio valore».
Gli organizzatori della sagra rispediscono le accuse al mittente. «Non c’è nessun tipo di attacco alla donna», osservano il presidente della Pro loco Pierluigi Tenerelli e il segretario Simone Iampieri, «noi la paragoniamo al panino con la porchetta perchè è il tesoro di Campli. Qui è come se la paragonassimo a un fiore o a un gioiello. Non vediamo sessismo, ma siamo comunque aperti al confronto. Da parte nostra è solo goliardia. E se si va in giro sul web si trovano cose molto più disgustose del nostro che è solo un post goliardico. Non volevamo offendere nessuno, per cui il post non lo cancelliamo». (a.f.)
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