Prati di Tivo, 4° bando per cedere gli impianti 

Ultima possibilità per la Gran Sasso Teramano, poi prezzo troppo basso. No del ministero al mutuo

PIETRACAMELA. Quarto bando per la vendita degli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva, l’ultima speranza per la montagna teramana dopo il no al mutuo trentennale della Cassa depositi e prestiti. E’ stata pubblicata ieri mattina con scadenza a settembre la quarta gara di vendita in un unico lotto degli impianti dei Prati di Tivo e di Prato Selva – a esclusione della cabinovia della Madonnina – dalla Gran Sasso Teramano, la società pubblico-privata in liquidazione proprietaria delle attrezzature.
Il bando di 1.851.305 euro, la metà della cifra iniziale di 3.658.916 euro, arriva dopo che i primi tre sono andati deserti: rappresenta un ultima speranza per salvare le stazioni turistiche. Con l’aumento dei debiti della Gran Sasso Teramano, per le spese fisse mensili, a 1.341.412 euro si rischia, infatti, che non potrà essere emessa un’altra gara se anche la quarta andrà deserta perché il prezzo di vendita delle attrezzature, ulteriormente ridotto del 25% a ogni bando, sarebbe inferiore al debito e quindi la gara non sarebbe consentita. Si aprirebbe così la fase delle procedure concorsuali nelle quali potrebbe rientrare anche il fallimento della società.
Una speranza quella del quarto bando che arriva dopo il no al mutuo trentennale per ristrutturare il debito della Gran Sasso Teramano richiesto al ministero dell’Economia e Finanze. «Nonostante il nostro impegno e interesse la Cassa depositi e prestiti ci ha dato il diniego al finanziamento richiesto», spiega Gabriele Di Natale, liquidatore Gran Sasso Teramano, «perché per legge possono erogare contributi solo agli enti pubblici e non alle società a partecipazione pubblica come è la Gran Sasso Teramano. Ma non ci fermiamo e sono in attesa di una risposta da un istituto di credito privato per ottenere il mutuo trentennale con la garanzia contestuale di un bando di gestione per lo stesso lasso di tempo». Nulla è ancora perduto, e tanto si lavora per salvare il comprensorio, soprattutto ai Prati dove tutti gli impianti hanno subito la manutenzione ordinaria e straordinaria e sono pronti per l’inverno e dove la cabinovia è in piena funzione, registrando un gran numero di passaggi. «Uno dei soci della Gran Sasso Teramano potrebbe acquistare il lotto», conclude Di Natale, «lancio un appello all’imprenditoria teramana di costituirsi in un consorzio di imprese per salvare la nostra montagna».
Adele Di Feliciantonio
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