Pugnala a morte la moglie per gelosia

Alba Adriatica, la colpisce dieci volte davanti al figlio: arrestato
ALBA ADRIATICA. Accoltellata a morte per gelosia davanti agli occhi del figlio autistico. Maria Rosa Perrone è morta ieri pomeriggio, dopo quasi tre ore di agonia, al pronto soccorso dell'ospedale di Sant'Omero. E' stata raggiunta da una decina di fendenti - due fatali - inferti dall'ex marito William Adamo ora in carcere con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato.
Il dramma della commerciante 51enne residente ad Alba, si è consumato alla presenza del figlio autistico di 20 anni e di alcuni passanti presenti in via Gorizia, che hanno lanciato l'allarme.
I medici del pronto soccorso di Sant'Omero, dove la donna è giunta in ambulanza alle 15,30, non hanno potuto far niente per arrestare la forte emorragia interna provocata dalle profonde lacerazioni della lama, soprattutto al collo e all'addome. Inizialmente i medici - pur mantenendo la prognosi riservata - avevano valutato un quadro clinico non grave e, dopo gli accertamenti, avevano applicato punti di sutura su varie parti del corpo. Poi la situazione è inaspettatamente precipitata.
L'emorragia è stata devastante e non ha dato tempo ai medici di trasferire la donna all'ospedale di Teramo per essere sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. Il cuore della donna ha smesso di battere alle 18.
L'APPUNTAMENTO. L'appuntamento con la morte era stato fissato intorno alle 14,30. La 51enne era uscita di casa per incontrare l'ex coniuge, commerciante in pensione di 59 anni, originario di Iglesias ma residente ad Alba Adriatica, con il quale si era sentita prima. L'uomo, che si era separato da lei da circa un anno e mezzo, si è presentato all'incontro nascondendo nel fodero del giubbino un coltello a punta da bistecca.
I due si sono visti in via Roma, in centro, e a bordo della Suzuki Swift della Perrone, sulla quale era salito anche il figlio autistico di 20 anni, si sono spostati di alcune centinaia di metri, in via Gorizia, a poca distanza dalla caserma dei carabinieri. Ad un certo punto la discussione è degenerata sfociando prima in furibondo litigio poi nell'aggressione. Adamo, accecato dalla rabbia, ha colpito a ripetizione al collo, al labbro, al torace ed all'addome l'ex moglie. Forse per gelosia e comunque per motivi ritenuti dagli inquirenti futili e, per questo, tali da costituire un aggravante, come costituisce aggravante il fatto che portasse con sé un coltello da cucina acuminato con una lama di 15 centimetri.
I TESTIMONI. Le grida disperate della donna che provenivano dall'abitacolo della Suzuki posteggiata in via Gorizia sono state avvertite da due passanti. Entrambi si sono avvicinati all'auto e uno di loro era riuscito anche a bloccare il 59enne. Ma William Adamo aveva già inferto il colpo che, tre ore dopo, risulterà mortale. Gli ignari testimoni avevano notato la donna che si dimenava in macchina, seduta sul sedile anteriore; e la sagoma di un uomo che l'aggrediva, schizzi di sangue e un ragazzo seduto sul sedile posteriore, impotente.
A quel punto, compresa la tragedia, hanno lanciato l'Sos al 112: il piantone ha subito inviato sul posto una pattuglia dei carabinieri del nucleo operativo diretto dal maresciallo Luigi Colazzo. L'assassino era lì, con il coltello insanguinato. L'arresto è scattato immediatamente in flagranza di reato. Oltre alle coltellate da punta la donna, nel tentativo di divincolarsi ha riportato diverse ferite da taglio anche al polso ed alla mano.
L'uomo, in serata, è stato trasferito nel carcere di Castrogno a Teramo con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Del caso si sta occupando il sostituto procuratore di Teramo Bruno Auriemma, che ha raggiunto la caserma dei carabinieri di Alba ha ricostruito la dinamica con il capitano Pompeo Quagliozzi, andando anche in via Gorizia.
Adamo non è stato interrogato e non ha ammesso le sue responsabilità, anche se la dinamica dei fatti e il quadro indiziario risultano oramai composti. In nottata è stata anche perquisita la sua abitazione, alla ricerca di ulteriori riscontri.
Il pm ha lasciato il comando compagnia alle 21, mentre Adamo è stato portato in carcere, in auto, scortato, passando da un ingresso posteriore della caserma per evitare che incontrasse amici e parenti della vittima che lo attendevano fuori, pronti a tutto. Oggi è prevista la convalida e l'interrogatorio di garanzia. Il corpo di Maria Rosa Perrone è ora a disposizione della magistratura che ha disposto l'autopsia per domani. Ad eseguirla sarà l'anatomopatologa Gina Quaglione. In ospedale, non appena saputa la tragedia, sono arrivati i figli ai quali è stato affidato il fratello autistico, testimone, con i due passanti, della tragedia.
Il dramma della commerciante 51enne residente ad Alba, si è consumato alla presenza del figlio autistico di 20 anni e di alcuni passanti presenti in via Gorizia, che hanno lanciato l'allarme.
I medici del pronto soccorso di Sant'Omero, dove la donna è giunta in ambulanza alle 15,30, non hanno potuto far niente per arrestare la forte emorragia interna provocata dalle profonde lacerazioni della lama, soprattutto al collo e all'addome. Inizialmente i medici - pur mantenendo la prognosi riservata - avevano valutato un quadro clinico non grave e, dopo gli accertamenti, avevano applicato punti di sutura su varie parti del corpo. Poi la situazione è inaspettatamente precipitata.
L'emorragia è stata devastante e non ha dato tempo ai medici di trasferire la donna all'ospedale di Teramo per essere sottoposta ad un delicato intervento chirurgico. Il cuore della donna ha smesso di battere alle 18.
L'APPUNTAMENTO. L'appuntamento con la morte era stato fissato intorno alle 14,30. La 51enne era uscita di casa per incontrare l'ex coniuge, commerciante in pensione di 59 anni, originario di Iglesias ma residente ad Alba Adriatica, con il quale si era sentita prima. L'uomo, che si era separato da lei da circa un anno e mezzo, si è presentato all'incontro nascondendo nel fodero del giubbino un coltello a punta da bistecca.
I due si sono visti in via Roma, in centro, e a bordo della Suzuki Swift della Perrone, sulla quale era salito anche il figlio autistico di 20 anni, si sono spostati di alcune centinaia di metri, in via Gorizia, a poca distanza dalla caserma dei carabinieri. Ad un certo punto la discussione è degenerata sfociando prima in furibondo litigio poi nell'aggressione. Adamo, accecato dalla rabbia, ha colpito a ripetizione al collo, al labbro, al torace ed all'addome l'ex moglie. Forse per gelosia e comunque per motivi ritenuti dagli inquirenti futili e, per questo, tali da costituire un aggravante, come costituisce aggravante il fatto che portasse con sé un coltello da cucina acuminato con una lama di 15 centimetri.
I TESTIMONI. Le grida disperate della donna che provenivano dall'abitacolo della Suzuki posteggiata in via Gorizia sono state avvertite da due passanti. Entrambi si sono avvicinati all'auto e uno di loro era riuscito anche a bloccare il 59enne. Ma William Adamo aveva già inferto il colpo che, tre ore dopo, risulterà mortale. Gli ignari testimoni avevano notato la donna che si dimenava in macchina, seduta sul sedile anteriore; e la sagoma di un uomo che l'aggrediva, schizzi di sangue e un ragazzo seduto sul sedile posteriore, impotente.
A quel punto, compresa la tragedia, hanno lanciato l'Sos al 112: il piantone ha subito inviato sul posto una pattuglia dei carabinieri del nucleo operativo diretto dal maresciallo Luigi Colazzo. L'assassino era lì, con il coltello insanguinato. L'arresto è scattato immediatamente in flagranza di reato. Oltre alle coltellate da punta la donna, nel tentativo di divincolarsi ha riportato diverse ferite da taglio anche al polso ed alla mano.
L'uomo, in serata, è stato trasferito nel carcere di Castrogno a Teramo con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Del caso si sta occupando il sostituto procuratore di Teramo Bruno Auriemma, che ha raggiunto la caserma dei carabinieri di Alba ha ricostruito la dinamica con il capitano Pompeo Quagliozzi, andando anche in via Gorizia.
Adamo non è stato interrogato e non ha ammesso le sue responsabilità, anche se la dinamica dei fatti e il quadro indiziario risultano oramai composti. In nottata è stata anche perquisita la sua abitazione, alla ricerca di ulteriori riscontri.
Il pm ha lasciato il comando compagnia alle 21, mentre Adamo è stato portato in carcere, in auto, scortato, passando da un ingresso posteriore della caserma per evitare che incontrasse amici e parenti della vittima che lo attendevano fuori, pronti a tutto. Oggi è prevista la convalida e l'interrogatorio di garanzia. Il corpo di Maria Rosa Perrone è ora a disposizione della magistratura che ha disposto l'autopsia per domani. Ad eseguirla sarà l'anatomopatologa Gina Quaglione. In ospedale, non appena saputa la tragedia, sono arrivati i figli ai quali è stato affidato il fratello autistico, testimone, con i due passanti, della tragedia.
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