<strong>Martinsicuro. </strong>Le lucciole adescavano i clienti in strada ma lavoravano in appartamento

Racket delle prostitute, 5 arresti

Una delle ragazze fugge e denuncia gli sfruttatori, tutti romeni

MARTINSICURO. Erano prostitute. Belle, avvenenti, ma sul marciapiede non si presentavano mai succinte e provocanti. In dieci erano state reclutate da una banda romena sgominata a Martinsicuro, venerdì, dai carabinieri della compagnia di Alba Adriatica.

La banda era composta da otto persone, tre delle quali ancora latitanti (si troverebbero in Romania, colpite da mandato di arresto europeo). Il racket era in mano a Mihail Dragons Cocindau di 30 anni, George Natei di 25, Adrian Chirvase di 23, Adrian Caluia di 21 e a una donna, Andrea Raluca Tirziu, anche lei prostituta, che fungeva da coordinatrice delle lucciole. Sono tutti accusati di concorso in induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. 

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state firmate dal gip Guendalina Buccella su richiesta del pm David Mancini ed eseguite dal nucleo operativo della compagnia di Alba, guidato dal luogotenente Gregorio Camisa, e dai carabinieri di Martinsicuro, diretti dal luogotenente Antonio Romano. L'indagine, coordinata dal capitano Pompeo Quagliozzi, è cominciata cinque mesi fa. A quanto pare grazie alla denuncia di una delle prostitute, che è fuggita dai suoi sfruttatori. 

La gang romena aveva messo in piedi un giro di appartamenti a luci rosse spostandosi da Alba Adriatica a Villa Rosa di Martinsicuro. Un affare redditizio se si considera che i giovani sfruttatori di giorno facevano la bella vita, sfrecciando su auto di lusso (due fiammanti Bmw sono state sequestrate) e dilapidando centinaia di euro a videogiochi e scommesse. Di sera invece facevano prostituire le donne, sorvegliandole durante tutto l'orario di lavoro. 

Davvero particolare era il modo con cui le lucciole adescavano i clienti: al supermercato, a spasso con le buste della spesa o in bicicletta, oltre che posizionandosi sul lungomare in zone poco urbanizzate o in campagna, vestendo abiti sportivi non vistosi né succinti. Agli interessati presentavano il biglietto da visita oltre a pubblicizzarsi sui giornalini di incontri. 

Le indagini, ancora in corso, puntano a verificare se i proprietari degli appartamenti dati in affitto fossero a conoscenza del giro. Dalle indagini è emerso che i soldi incassati venivano trasferiti in Romania. Una parte serviva a soddisfare i vizi della banda e il rimanente andava alle prostitute, tutte tra i 20 e i 25 anni, che alloggiavano, a coppie, in cinque appartamenti.

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