Ricerca, il teramano D’Achille analizza forme di vita passata su Marte

Il 37enne di Montorio ha ottenuto un finanziamento di 280 mila euro dal Miur per un progetto che andrà avanti per 3 anni

Analizzare la possibile presenza su Marte di forme di vita passata, attraverso lo studio dei delta fluviali presenti sul pianeta rosso, dall'Osservatorio astronomico di Collurania, a Teramo. Questo l'obiettivo del progetto del ricercatore abruzzese Gaetano Di Achille, uno dei 67 che hanno superato la selezione del bando «Futuro in ricerca (Fir) 2013», promosso dal ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca. Originario di Montorio al Vomano (Teramo), 37 anni, Di Achille è un geologo planetario che da circa un decennio si occupa di ricerche relative a Marte. Ha trascorso quasi due anni alla University of Colorado, ha pubblicato numerosi articoli su riviste internazionali di settore e nella sua attività si è specializzato nello studio dei delta fluviali. Su Marte, d'altronde, ne sono stati individuati una decina, tutti risalenti a qualche miliardo di anni fa. Il ricercatore ha ottenuto un finanziamento di circa 280mila euro per un progetto che andrà avanti per tre anni. L'ente di ricerca è l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e la sede scelta è l'osservatorio teramano. Di Achille utilizzerà un modello matematico che girerà su un super computer collocato in Colorado. Il tutto consentirà di simulare la formazione dei delta fluviali su Marte. «Lo studio di questi depositi - spiega all'Ansa Di Achille - è una realtà accertata, ma rimane una questione di fondo da capire, che ha implicazioni anche rispetto alla possibilità di forme di vita passata. Se la formazione di questi depositi richiede condizioni ambientali stabili come quelle terrestri, allora sono stati necessari centinaia o migliaia di anni e il pianeta potrebbe essere stato ospitale come il nostro». «In alternativa - aggiunge -, i depositi potrebbero essersi formati in anni o decenni e questo non implicherebbe necessariamente un clima di tipo terrestre. Alla loro origine, infatti, potrebbero esserci eventi catastrofici, come impatti di comete o eruzioni vulcaniche, che avrebbero potuto sciogliere i ghiacci, creando una presenza effimera di acqua». Nel corso degli anni sono state condotte, a livello internazionale, ricerche analoghe, che però hanno lasciato aperte entrambe le ipotesi. Di Achille si dice fiducioso sul fatto che il codice ideato possa essere più preciso e sulla possibilità di escludere una delle due ipotesi nel corso dei tre anni.

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