Rissa in carcere, camorrista è in coma

Regolamento di conti fra affiliati ai clan casertani, il giovane ha un’emorragia al cervello. Sette detenuti denunciati

TERAMO. Una rissa scoppia in carcere fra uomini aderenti a diversi clan camorristici dell’area di Caserta e un detenuto finisce, in coma, in rianimazione.

Tutto è iniziato ieri mattina alle 9, quando l’agente di polizia penitenziaria di guardia al reparto “protetti” ha sentito delle urla provenire dalla sala ricreativa. In pochi secondi è accorso e ha visto sette uomini darsela di santa ragione. Con non poca fatica è stata ristabilita la calma ma ormai Palladino Spallieri era a terra, in una pozza di sangue. Immediati i soccorsi, prima del personale medico interno al carcere, poi del 118. Il giovane 28enne nato a Maddaloni ma residente a Cervino era privo di sensi, con una profonda ferita alla testa, infertagli con uno sgabello.

Il giovane camorrista è stato portato in ospedale, in coma. Al Mazzini la Tac ha accertato che aveva un vasto ematoma nella zona temporale destra del cervello. E’ dunque subito stato sottoposto a un intervento, da parte dell’equipe di neurochrurgia, per la rimozione dell’ematoma. E poi è stato ricoverato in rianimazione, in prognosi riservata.

Intanto la polizia penitenziaria ha condotto le indagini su quanto accaduto durante le due ore concesse ai detenuti, che possono uscire dalle celle e andare in cortile o nella saletta, dove è avvenuto lo scontro. Sono stati sentiti tutti i testimoni dell’accaduto, oltre ovviamente all’agente che è intervenuto per primo. Alla fine è emerso che i sette detenuti che hanno dato vita alla rissa sono tutti dell’area del Casertano. Si sa che Spallieri fa parte del clan Belforte (vicino alla famiglia D’Albenzio) gli altri fanno parte anche di altri clan, probabilmente è coinvolto anche qualcuno dei casalesi. Alla fine sono sette - compreso il detenuto in rianimazione - i denunciati per rissa.

Ci sono stati anche altri feriti, ma con escoriazioni ed ematomi, niente che non possa essere curato in carcere. Tutti i detenuti sono stati posti in isolamento disciplinare, come prevede il regolamento. Non sono stati posti in una cella da soli in quanto sei celle libere in un carcere sovraffollato come quello di Castrogno non ci sono. Il prossimo passo sarà il consiglio di disciplina, convocato dal direttore del carcere Stefano Liberatore, che probabilmente alla fine disporrà l’allontanamento, in qualche altro istituto, di alcuni dei partecipanti alla rissa. Questo per evitare che episodi del genere possano ripetersi. Anche se un altro rischio è che adesso lo scontro continui fuori, magari a Caserta, fra le “famiglie” dei partecipanti alla rissa. Non a caso Spallieri in rianimazione è piantonato giorno e notte.

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