Salta l’accordo su palazzo Gavioli

I costruttori: «La proposta del sindaco di abbatterlo per farci un parco è stata solo uno spot»

GIULIANOVA. «Da parte del Comune nessuna proposta seria per il palazzo Gavioli». La società proprietaria dell'area adiacente al Kursaal, dove è situato l'edificio in costruzione bloccato dal Tribunale di Teramo nell'ottobre 2010 e sequestrato dopo tre mesi per alcune irregolarità, interviene in merito alla stagnazione della proposta di trasformare l'area in un parco pubblico, avanzata dal sindaco Francesco Mastromauro.

Il primo cittadino, sette mesi fa, aveva proposto ai Gavioli di cedere l'area in cambio di un terreno pubblico situato in un'altra zona: in tal modo, secondo Mastromauro, non solo si sarebbe messa la parola fine alla vicenda giudiziaria in corso, ma si sarebbe abbellito il lungomare giuliese con la realizzazione di un'area verde pubblica. Secondo il sindaco tale provvedimento avrebbe anche sanato «il peccato originale del Prg del '94», che consente l'edificabilità in quella porzione di terreno. La proposta di permuta, sempre in base a quanto sostenuto da Mastromauro, sarebbe stata accolta solo inizialmente, in seguito sarebbe finita nel dimenticatoio. «La proposta è stata una sorta di spot, non tradotta formalmente», risponde la Gavioli per mezzo del proprio legale Luca Gentile. «Un'iniziativa buttata lì, ma che andava perfezionata e quindi non è stata nemmeno valutata». Per procedere alla realizzazione del parco sul lungomare, il Comune dovrebbe effettuare un esproprio e pagare la somma dovuta alla Gavioli, o realizzare una permuta, concedendo qualcosa in cambio alla società di costruzioni. «Ma nessuna proposta concreta in merito è stata avanzata», dichiara Gentile. Insomma un'idea lasciata a metà, il che spiegherebbe la ragione per cui la proposta è caduta nel dimenticatoio. Inoltre, secondo il legale, tale procedimento non sarebbe giuridicamente possibile, in quanto dovrebbe essere specificato l'oggetto della permuta, in pratica dovrebbe essere individuato il terreno concesso alla Gavioli quale risarcimento; anche l'esproprio presenterebbe alcune criticità, dato che la destinazione d'uso dell'area dovrebbe passare da residenziale a zona verde. «O la proposta è formulata in modo concreto e preciso, spiegando che si vuole cambiare la destinazione d'uso dello spazio sul lungomare, oppure non possiamo rispondere nulla. Inoltre l'idea di Mastromauro dovrebbe essere prima approvata dalla giunta e dalle altre forze politiche, che hanno duramente contestato quanto accaduto per il palazzo Gavioli», aggiunge Gentile.

L'avvocato si dice fiducioso nell'assoluzione, e che quindi ci sarà lo svincolo dell'area sequestrata. «Non c'è stato alcun abuso edilizio», sostiene Gentile, «sul piano civile il cantiere è stato bloccato solo sul fronte retrostante perchè troppo vicino ai fabbricati confinanti, e quindi dovrebbe essere privo di finestre. Sul piano penale la magistratura ha sequestrato tl'area perchè i lavori sarebbero stati avviati troppo tardi, ma tale abuso è sanabile». Il valore dell'area, dove dovrebbero sorgere una dozzina di appartamenti (valutati 4-5.000 euro per mq), si aggira sui sei milioni; la somma spesa finora dalla Gavioli è di circa due milioni e mezzo per l’acquisto dell’area e la parziale edificazione.

Sandro Petrongolo

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