«Salvatemi l’azienda e dono al Comune una motovedetta»

Roseto, lavori sull’argine del Vomano: proposta al sindaco dell’imprenditore nautico che deve spostare l’impresa

ROSETO. Costretto a demolire la propria azienda per fare spazio al nuovo argine alla foce del fiume Vomano. È segnato da tempo il destino del cantiere nautico di Giovanni Baroni, costruttore di imbarcazioni dal 1968, il cui capannone si trova sul tracciato del nuovo argine, proprio a ridosso del porto turistico di Roseto.

«Basterebbe modificare di poco il tracciato per salvare la mia azienda», è l’idea di Baroni, «e con essa le cinque persone che ci lavorano alle quali sono pronto ad aggiungerne altrettante, tutte regolarmente assunte. Inoltre provvederei a mie spese ad asfaltare la strada che conduce al porto (via Rodano) e a donare al corpo di polizia municipale uno scafo con cui pattugliare il tratto di mare di fronte a Roseto». Un pacchetto sicuramente allettante - proposto in un incontro con il sindaco Enio Pavone, avvenuto mercoledì - che però va a scontrarsi con un evidente interesse pubblico, visto che l’intervento riguarda la messa in sicurezza dell’intera zona.

I lavori, finanziati con 7,5 milioni di euro, sono rimasti bloccati per otto anni causa di un ricorso da parte della ditta che poi si è vista affidare l’appalto dal Consiglio di Stato. Oltre all’ampliamento della foce, la messa in sicurezza degli argini darebbe il via allo sviluppo dell’intera zona, al momento bloccata proprio a causa dell’elevato rischio con cui è classificata. Stesso discorso per il porto turistico, che potrebbe finalmente decollare completando le strutture che sono ferme ormai da decenni. Il rovescio della medaglia è però rappresentato dal cantiere nautico, la cui unica colpa è trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

Il tracciato del nuovo argine prevede anche l’eliminazione del canale dove trova attualmente riparo la piccola flotta da pesca rosetana. Questo significa lo sgombero delle 32 imbarcazioni da pesca dalla darsena del porto turistico, con evidenti disagi per i marinai. Una delle possibili soluzioni per la marineria prevede l’ospitalità nel porto di Giulianova dei natanti sfrattati, ma solo per i 12 vongolari che fanno parte della flotta marittima rosetana, mentre per le altre 20 barche da pesca il problema del ricovero si pone già da subito. Ad ogni modo l’amministrazione comunale è alla ricerca di soluzioni per mantenere a Roseto la flotta da pesca locale.

Federico Centola

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