Scoperto un furbetto del reddito di cittadinanza 

Un quarantenne teramano indagato per truffa, lavorava in nero nell’edilizia e per due mesi ha percepito illecitamente un assegno sociale di 600 euro

TERAMO. È il primo caso nel Teramano, sicuramente non l’ultimo. Perché le truffe messe a segno con il reddito di cittadinanza, in vigore da marzo, sono destinate a diventare pane quotidiane per chi deve vigilare. Succede nel Paese in cui tutto è sempre possibile fino a quando non scatta l’inchiesta giudiziaria a definire l’illecito. Come in questo caso e, probabilmente, negli altri che verranno. Un teramano di 40 anni è indagato nell’inchiesta aperta dal pm Davide Rosati con l’accusa di truffa e violazione delle normative che regolano il reddito di cittadinanza.
Secondo la Procura avrebbe indebitamente percepito per due mesi un assegno di circa 600 euro pur lavorando in nero nell’edilizia. Nella richiesta era stato inserito solo il basso reddito della moglie mentre lui era indicato come disoccupato. In realtà così non era e a questo proposito è stato denunciato anche il suo datore di lavoro. Le indagini sono state portate avanti dalla Finanza e appena qualche giorno fa il pm ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini. È ipotizzabile che, trascorsi i venti giorni, per l’indagato si profili la richiesta di rinvio a giudizio con il gup che dovrà decidere se mandarlo a processo. Nel frattempo l'Inps ha già provveduto alla sospensione del versamento del reddito di cittadinanza. La cronaca recente, a livello nazionale, è già piena di episodi con persone accusate di percepire il reddito di cittadinanza senza averne diritto: a livello nazionale la guardia di finanza – che dispone di un apposito nucleo per il controllo della spesa pubblica – stima che i livelli di frode arrivino quasi al 70% dei casi sottoposti a controlli di base. Il metodo investigativo è l’indicatore Isee e la relativa Dsu (dichiarazione sostitutiva unica), cioè i punti di accesso al beneficio del reddito di cittadinanza che viene erogato o meno in base a questi indicatori. In questo modo la Finanza ha trovato false dichiarazioni rese in autodichiarazione che hanno consentito a molti di percepire illecitamente gli assegni sociali.
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