Scuola, in arrivo 23 bidelli ma non bastano

L'Ufficio scolastico regionale assegnerà alla provincia di Teramo 23 bidelli in più. Boccata d'ossigeno per alcune scuole ma molti posti restano scoperti
TERAMO. Una salutare boccata d'ossigeno per alcune scuole, anche se non sufficiente per tutte. La provincia di Teramo avrà 23 bidelli in più, l'Ufficio scolastico regionale assegnerà al territorio ulteriore personale Ata. Dieci di loro saranno pagati con fondi regionali. Ad anunciarlo è la segretaria provinciale della Cisl scuola, Alessandra Del Sordo.
«Lunedì mattina», spiega la sindacalista, «incontremo a L'Aquila il direttore generale Carlo Petracca, ma la buona notizia sembra essere ormai certa». L'incontro era stato sollecitato da tutte le organizzazioni sindacali in seguito al pesante deficit di collaboratori scolastici nelle scuole della provincia. Nella lettera indirizzata a Petracca i sindacati denunciavano la reale possibilità di interruzione del pubblico servizio in molti istituti. «A malapena c'è un collaboratore per ogni plesso, che di solito è costituito da più piani», hanno spiegato, «E' un problema la stessa apertura e chiusura delle scuole». La precedente nomina di ulteriori 30 collaboratori non avrebbe migliorato la situazione. Il 28 settembre scorso, in una riunione congiunta in Regione, i sindacati avevano richiesto lo sblocco dei fondi per le scuole del cratere, secondo la legge 77 del 2001.
Il presidente Gianni Chiodi si era impegnato a dare risposta entro un mese. L'incontro, a quanto pare, ha portato i suoi frutti e lunedì se ne avrà conferma. Tuttavia Cgil, Cisl e Uil denunciano il perdurare di disagi e rischi, soprattutto per scuola primaria e per l'infanzia. In queste ultime in particolar modo il personale Ata sarebbe costretto a lavorare 9 ore invece di 6 come da contratto, ma non ci sarebbero collaboratori sufficienti per garantire i turni. Altro grave problema la mancanza di sicurezza: buona parte dei collaboratori scolastici è costituita da bidelli appaltati da cooperative private (il 25%, secondo una legge nazionale del 2000) e da ex Lsu, lavoratori in mobilità. Entrambi sono abilitati solo alla pulizia e non alla vigilanza.
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