Silvi, il Comune mette all’asta 14 alloggi popolari 

Alcuni inquilini protestano per averlo saputo in ritardo Il dirigente dell’ente replica: «Hanno il diritto di prelazione»

SILVI. Il Comune di Silvi mette all’asta 14 appartamenti di edilizia popolare di proprietà dell’ente che si trovano nella frazione di Pianacce.
L’asta pubblica si svolgerà il 19 dicembre (ore 10) negli uffici comunali del servizio patrimonio in via Po. La stima complessiva del valore in vendita è di 489mila euro circa, 35mila ad unità abitativa. Gli appartamenti in passato erano di proprietà dell’Ater .
Il provvedimento ha sollevato le proteste di alcuni degli attuali occupanti che hanno dei contratti d’affitto e che, dicono, di aver saputo del provvedimento solo qualche giorno fa dopo aver visto l’avviso sul portone d’ingresso.Alle proteste così risponde il responsabile del procedimento, il dirigente comunale Carlo Durante: «Le persone occupanti hanno il diritto di prelazione all’acquisto dei lotti per cui possono partecipare anche loro all’asta diventandone legittimi proprietari a tutti gli effetti».
Chiaramente il procedimento all’asta seguirà le regole del deposito cauzionale del 20%. Chi non avrà i soldi per pagare potrà stipulare una polizza fideiussoria. La vendita, secondo quanto stabilito nell’avviso pubblico verrà fatta a corpo e non a misura, e nello stato di fatto, di manutenzione e consistenza in cui versa l’immobile.
Mino Loconte, uno degli inquilini della palazzina di Pianacce, ha una famiglia numerosa. Sulla questione dice: «Nell’appartamento di circa 45 metri quadrati abito da oltre 15 anni e me lo ha assegnato proprio il Comune. Ora me lo vedo messo all’asta e mi sento privato del mio diritto dato che paghiamo l’affitto da anni. Chi può comprare questi appartamenti dove gli impianti elettrici sono tutti da sistemare? In questa palazzina ci abitano diversi anziani soli e senza assistenza che non possono certamente fronteggiare tutti gli aspetti burocratici della vicenda. Non vorrei che, ignari del provvedimento comunale, potessero essere messi fuori dalle loro case improvvisamente e senza avere delle tutele».
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