Sisma nel Teramano, danni ai tetti di Cortino Torricella e Campli nel cuore del terremoto

A Teramo città e nella provincia torna la paura del 2009. Centinaia di persone hanno dormito in auto. Nelle zone più vicine all’epicentro, sui monti della Laga, sono caduti calcinacci. E’ successo a Cortino. Da Torricella Sicura o Magnanella, la gente è scesa a valle ed ha trascorso la notte in piazza Garibaldi e piazza Martiri. A Campli, un fuggi fuggi dai locali
TERAMO. La provincia di Teramo, a distanza di due anni e mezzo, rivive la grande paura del terremoto del 2009. Le numerose scosse di sabato notte hanno risvegliato gli incubi peggiori nei cittadini dei comuni vicini all'epicentro che hanno passato una notte insonne. Il loro pensiero è tornato al periodo successivo al 6 aprile caratterizzato da settimane passate a dormire in macchina e da giornate vissute in maniera surreale.
Oltre a quello di Teramo, dove decine di persone sono uscite per strada dopo la scossa delle 4,04 del mattino, sono tre i territori comunali maggiormente colpiti dallo sciame sismico di sabato notte: Torricella Sicura (epicentro del terremoto), Campli e Cortino. Le testimonianze raccolte in questi luoghi ci parlano di una popolazione spaventata, colta alla sprovvista e che non vuole essere abbandonata a se stessa.
TORRICELLA. Il comune di Torricella è forse quello che sta vivendo più da vicino il terribile evento. I cittadini di questo paese, situato a pochissimi chilometri dall'epicentro, sono stati svegliati dalla prima forte scossa. «I ragazzi presenti a mezzanotte e mezza nel bar del paese si sono subito accorti della scossa nonostante la musica che solitamente risuona nel locale. Dopo di che», racconta Valentina, «con le scosse che si ripetevano è scoppiato il panico generale e qualcuno è andato a dormire in macchina con tutta la famiglia».
Una preoccupazione che la mattina si è subito riversata sul centralino dell'amministrazione comunale. «Sono diverse le telefonate giunte in Comune, soprattutto dalle frazioni più isolate», spiega il sindaco Daniele Palumbi, «e fortunatamente non sono stati segnalati danni a cose o persone ma si trattava di anziani che cercavano rassicurazione».
Ciò che preoccupa per il momento, però, è come si dovrà intervenire in caso di emergenza. Una eventualità che nessuno si augura ma che potrebbe cogliere tutti impreparati. «Non abbiamo strutture adibite a dormitori o a locali di emergenza», continua il primo cittadino, «ma all'occorrenza abbiamo degli immobili che possono essere utilizzati a tale scopo».
CAMPLI. «Mi sono svegliata alla prima scossa e dopo non sono riuscita a prendere più sonno. Alle prime avvisaglie sono subito scesa in strada e ho visto che tutti avevano avuto la mia stessa idea». Le parole di Anna riassumono perfettamente quella che è stata la notte per i cittadini di Campli. Una notte insonne passata a contare le scosse che si susseguivano a stretto giro.
Anche nel centro farnese molte persone hanno preferito passare la notte nelle proprie vetture e, il mattino successivo, il terremoto era già sulla bocca di tutti. «Questa mattina in municipio vi sono state poche telefonate da parte dei cittadini ma», dice l'assessore comunale Marino Fiorà, «il terremoto di ieri sera è l'argomento privilegiato tra i cittadini nelle piazze e nei bar di tutte le frazioni». Frazioni che sembrano essere i luoghi in cui il sisma è stato avvertito con maggior vigore.
«Il terremoto a Campli si è avvertito indistintamente su tutto il terrritorio comunale», aggiunge l'assessore, «in particolare nella fascia pedemontana e più nello specifico nelle frazioni di Battaglia, Roiano e Campovalano».
CORTINO. E' da Cortino, invece, che giungono alcune segnalazioni di danni. Perlomeno secondo quanto riportato dalla signora Tecla, donna coriacea che gestisce un ristorante nella zona e che, sabato notte, è stata risvegliata mentre era con il marito. «Ho avuto una paura enorme», racconta, «soprattutto quando ho visto venire giù alcune antenne dai tetti e, nonostante io fossi in una struttura molto sicura ho passato degli attimi terribili. Il mio più grande timore, però, è che ancora una volta i piccoli paesi di montagna vengano abbandonati al loro destino».
Lei, a differenza di tanti altri, non dormirà in macchina. Una scelta dettata, da un lato, dalla sua volontà e dall'altro da impossibilità oggettive. «Dormirò a casa perchè mio marito ha 83 anni e non possiamo certo permetterci di passare una notte al freddo». Una decisione comprensibile visto che la colonnina di mercurio, in questo periodo nella zona, scende abitualmente sotto lo zero.
Oltre a quello di Teramo, dove decine di persone sono uscite per strada dopo la scossa delle 4,04 del mattino, sono tre i territori comunali maggiormente colpiti dallo sciame sismico di sabato notte: Torricella Sicura (epicentro del terremoto), Campli e Cortino. Le testimonianze raccolte in questi luoghi ci parlano di una popolazione spaventata, colta alla sprovvista e che non vuole essere abbandonata a se stessa.
TORRICELLA. Il comune di Torricella è forse quello che sta vivendo più da vicino il terribile evento. I cittadini di questo paese, situato a pochissimi chilometri dall'epicentro, sono stati svegliati dalla prima forte scossa. «I ragazzi presenti a mezzanotte e mezza nel bar del paese si sono subito accorti della scossa nonostante la musica che solitamente risuona nel locale. Dopo di che», racconta Valentina, «con le scosse che si ripetevano è scoppiato il panico generale e qualcuno è andato a dormire in macchina con tutta la famiglia».
Una preoccupazione che la mattina si è subito riversata sul centralino dell'amministrazione comunale. «Sono diverse le telefonate giunte in Comune, soprattutto dalle frazioni più isolate», spiega il sindaco Daniele Palumbi, «e fortunatamente non sono stati segnalati danni a cose o persone ma si trattava di anziani che cercavano rassicurazione».
Ciò che preoccupa per il momento, però, è come si dovrà intervenire in caso di emergenza. Una eventualità che nessuno si augura ma che potrebbe cogliere tutti impreparati. «Non abbiamo strutture adibite a dormitori o a locali di emergenza», continua il primo cittadino, «ma all'occorrenza abbiamo degli immobili che possono essere utilizzati a tale scopo».
CAMPLI. «Mi sono svegliata alla prima scossa e dopo non sono riuscita a prendere più sonno. Alle prime avvisaglie sono subito scesa in strada e ho visto che tutti avevano avuto la mia stessa idea». Le parole di Anna riassumono perfettamente quella che è stata la notte per i cittadini di Campli. Una notte insonne passata a contare le scosse che si susseguivano a stretto giro.
Anche nel centro farnese molte persone hanno preferito passare la notte nelle proprie vetture e, il mattino successivo, il terremoto era già sulla bocca di tutti. «Questa mattina in municipio vi sono state poche telefonate da parte dei cittadini ma», dice l'assessore comunale Marino Fiorà, «il terremoto di ieri sera è l'argomento privilegiato tra i cittadini nelle piazze e nei bar di tutte le frazioni». Frazioni che sembrano essere i luoghi in cui il sisma è stato avvertito con maggior vigore.
«Il terremoto a Campli si è avvertito indistintamente su tutto il terrritorio comunale», aggiunge l'assessore, «in particolare nella fascia pedemontana e più nello specifico nelle frazioni di Battaglia, Roiano e Campovalano».
CORTINO. E' da Cortino, invece, che giungono alcune segnalazioni di danni. Perlomeno secondo quanto riportato dalla signora Tecla, donna coriacea che gestisce un ristorante nella zona e che, sabato notte, è stata risvegliata mentre era con il marito. «Ho avuto una paura enorme», racconta, «soprattutto quando ho visto venire giù alcune antenne dai tetti e, nonostante io fossi in una struttura molto sicura ho passato degli attimi terribili. Il mio più grande timore, però, è che ancora una volta i piccoli paesi di montagna vengano abbandonati al loro destino».
Lei, a differenza di tanti altri, non dormirà in macchina. Una scelta dettata, da un lato, dalla sua volontà e dall'altro da impossibilità oggettive. «Dormirò a casa perchè mio marito ha 83 anni e non possiamo certo permetterci di passare una notte al freddo». Una decisione comprensibile visto che la colonnina di mercurio, in questo periodo nella zona, scende abitualmente sotto lo zero.
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