Sospesi otto soci del circolo “Migliori” 

Provvedimenti disciplinari dopo le critiche ai vertici per la chiusura della “Nave”. In cinque impugnano la decisione

GIULIANOVA. Acque agitate al circolo nautico “Migliori”. Un dissidio fra soci sull’utilizzo della cosiddetta “Nave”, cioè la storica sede del circolo sul lungomare, proprio davanti al porto, è salito di tono fino a concludersi in tribunale.
Tutto è iniziato il 5 agosto, quando un gruppo di otto soci ha scritto una lettera al consiglio direttivo e al collegio dei probiviri dell'associazione chiedendo l'immediata riapertura della struttura. Una sede che ha bisogno di una radicale opera di ristrutturazione, ma che negli ultimi mesi era stata oggetto di piccoli interventi tampone grazie all’impegno di un paio di soci. Tanto che occasionalmente nella “Nave” si sono svolti pranzi e cene organizzati dal circolo.
Il problema è sorto quando è stata organizzata una festa di compleanno per un socio, che è costata l’apertura di un procedimento disciplinare a carico di Michele Abbondanza, colui che era responsabile della struttura – e in qualche mondo ne curava la manutenzione – e la decisione, adottata dal direttivo, probabilmente per una questione di sicurezza, di chiudere la “Nave” a tutti gli eventi.
Da qui la lettera, dai toni piuttosto fermi, inviata al consiglio direttivo e ai probiviri, in cui si chiede di recedere dalla decisione e di soprassedere sul deferimento disciplinare del socio Abbondanza. Una lettera su cui il direttivo ha chiamato in causa i probiviri. Il collegio ha dichiarato da una parte la correttezza delle decisioni adottate dal consiglio e dall’altra ha ritenuto “colpevoli” gli otto soci che hanno firmato la lettera, demandando al consiglio l’adozione di provvedimenti disciplinari nei loro confronti. E così fra il 5 e il 18 settembre agli otto è stato comunicato che per violazione dell’articolo dello statuto secondo cui “I soci hanno il dovere di comportarsi in maniera irreprensibile sia nei locali del Circolo che fuori, improntando la propria condotta ad un elevato senso di lealtà sportiva, di moralità e di convivenza sociale; osservare il presente statuto e i regolamenti emanati” sono stati sospesi Quirino Romolo per due anni, Antonio Trivelli per nove mesi, Abbondanza per due anni e mezzo, Claudio Masci per un anno, Maurizio Lupini per tre anni, Stefano Minora per tre mesi (ridotti a uno con un “patteggiamento”), Sergio Fano per due anni e Fulvio Fano per nove mesi.
La sospensione ha portato al divieto di usufruire di tutte le strutture del circolo, compreso il pontile di ormeggio, per cui i soci hanno dovuto spostare le proprie barche. Una decisione impugnata dai primi cinque soci davanti al tribunale, con un ricorso ex articolo 700: l’udienza si terrà il 18 novembre. Sostanzialmente secondo l’avvocato dei sospesi, Paolo Mazzotta del foro dell’Aquila, «la reazione del consiglio direttivo agli appunti legittimamente mossi dai ricorrenti si rivela scomposta e ingiustificata oltre che illegittima, soprattutto laddove l'organo direttivo ha inteso prendere le critiche ricevute a pretesto per l'adozione dei provvedimenti disciplinari che si appalesano, altresì, ritorsivi ed ingiustificati».
Asciutta la replica del presidente del circolo, Sergio Quirino Valente: «Il circolo si costituirà con l’avvocato Marco Maria Ferrari, visto che i soci hanno inteso mandare la questione davanti al giudice. Hanno avuto un comportamento che a giudizio degli organi sociali non è stato conforme alle regole dello statuto. Il nostro è un glorioso circolo che ha uno statuto di cui bisogna rispettare le regole».
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