Spiaggia nudista al Borsacchio: si apre il caso politico in Comune

“Siamo Roseto” chiede chiarimenti sulla comunità accampata sulla spiaggia fino al rogo di luglio: «Presenza incompatibile con un’area protetta, ma nessun provvedimento per farla sgomberare»
ROSETO. La spiaggia della Riserva del Borsacchio nell’estate ormai agli sgoccioli è stata meta privilegiata di una comunità di nudisti. La zona d’incontro è quella a ridosso del rudere, così come indica la rudimentale segnaletica – non è chiaro se opera dagli stessi frequentatori dell’area o di chi intendesse in qualche modo metterli alla berlina – tracciata con la vernice rossa su una parete dell’immobile fatiscente e su alcune pietre lungo il litorale nei pressi di Cologna. Sta di fatto comunque che la loro presenza è stata segnalata da cittadini e operatori balneari, tanto da diventare un caso politico. A fasi portavoce delle segnalazioni è “Siamo Roseto”, associazione i cui rappresentanti in Comune siedono all’opposizione, che evidenzia «numerose testimonianze di balneatori, residenti e turisti che ci hanno rappresentato tutti la medesima perplessità: come sia possibile che all’interno della riserva stazioni stabilmente e indisturbata una comunità naturista». Si tratterebbe di una «contraddizione che stride fortemente con la necessità di preservare un luogo delicato che, proprio per tale motivo, è tutelato dalla legge».
L’associazione presieduta da Vanessa Quaranta evidenzia che «fino allo scoppio dell’incendio che ha bruciato la parte a nord della riserva a fine luglio, proprio nell’area devastata albergavano diversi individui, come se la permanenza di esseri umani e lo svolgimento delle attività legate alla vita quotidiana fossero lì possibili». Dopo il rogo, di circa due mesi fa, si fece avanti l'ipotesi che ha scatenarlo erano stati un gruppo di "figli dei fiori" visti a bivaccare nei giorni precedenti ma anche il giorno stesso nell’area bruciata. «L’incendio divampato durante l’estate ha costretto però la comunità ad abbandonare lo spazio stabilmente occupato», afferma “Siamo Roseto” che poi cita la segnalazione di una residente. «Ci siamo imbattuti in persone che hanno sempre adottato pratiche nudiste, inopportune per una zona molto frequentata che è anche una meta per tanti turisti curiosi di scoprire questa oasi naturalistica», afferma, «non si può parlare di salvaguardia di specie animali se poi si consente a un gruppo, alquanto nutrito, di vivere in questo habitat per mesi come se nulla fosse. Non capiamo come mai non sia stata fatta nemmeno un’ordinanza per sgomberare l’area visto che la presenza di esseri umani in quella parte di riserva era nota a tutti ormai da tempo». Polemiche riguardanti le attività nel parco sono arrivate anche dalle Guardie ambientali che puntano il dito però sul concerto-evento tenuto da Giovanni Allevi venerdì. I volontari parlano di «danno ambientale che si è compiuto con circa tremila persone». E aggiungono: «Avremmo sconsigliato tale evento in quella zona» proponendo di farla al villaggio Lido d'Abruzzo. Sottolineano poi, contestando l’organizzazione dell’iniziativa, che «i danni causati all’ambiente sono notevoli» riferendosi alle specie faunistiche presenti. E puntualizzano: «Si possono fare le escursioni, ma devono essere mirate e accompagnate da esperti. Bisogna fare punti di osservazione con piccoli gruppi di massimo 4/5 persone e non tremila».
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