Superbonus salvo per 761 cantieri «Ma il problema restano i crediti» 

L’Associazione costruttori illustra i dati sugli sgravi confermati, ne beneficerà la metà delle opere Il presidente Iervelli: «Misura importante, anche se va risolto subito il blocco di liquidità per le ditte»

TERAMO. La conferma del Superbonus al 110% per i crateri sismici avrà un impatto rilevante sul territorio teramano, ma serve liquidità. È quanto si evince dai dati elaborati dall’Ance, l’associazione dei costruttori edili, secondo cui di fatto la metà dei cantieri attivi fanno riferimento alla misura appena confermata dal Governo. Il decreto “Aiuti quater”, pubblicato nella serata di venerdì, fissa una riduzione del dieci per cento del finanziamento erogabile per ogni singolo intervento che entrerà in vigore dall’anno prossimo. Faranno eccezione le zone colpite dai terremoti del 2009 e a cavallo tra fine 2016 e inizio 2017 nelle quali la percentuale resterà piena per altri tre anni. A sottolineare l’effetto della misura è il presidente provinciale dell’Ance Ezio Iervelli.
LUCI ma anche OMBRE
«Abbiamo atteso la pubblicazione del testo definitivo del decreto “Aiuti quater” e non possiamo che accogliere con favore la conferma del cumulo di indennizzo ricostruzione e Superbonus per gli edifici danneggiati all’interno dei comuni del cratere sismico fino al 31 dicembre 2025», dichiara, «tuttavia questa misura diventerà inefficace se non verrà risolto immediatamente il tema della cessione dei relativi crediti fiscali. Infatti dal novembre 2021, i numerosi interventi normativi, a cominciare dal decreto “Antifrodi”, hanno di fatto indotto gli intermediari finanziari a ridurre prima e sospendere poi l’acquisto di nuovi crediti fiscali. L’Agenzia delle entrate ha infatti interpretato le norme nel senso di coobbligare l’impresa e la banca in una eventuale responsabilità derivante dall’utilizzo irregolare del Superbonus».
MAZZATA ALLE aZIENDE
Resta da affrontare, dunque, il problema più grave. «Attualmente», evidenzia Iervelli, «le imprese rischiano il totale collasso finanziario avendo i cassetti fiscali pieni di crediti sostanzialmente illiquidi. Ad alimentare il caos, in effetti, ha contribuito anche il decreto “Aiuti quater”. Il Governo, nel ridurre anticipatamente il 110% al 90% dal primo gennaio 2023, si è assunto una responsabilità gravissima che rischia di avere conseguenze drammatiche su un settore che impiega una filiera industriale lunghissima poiché annulla tanti progetti cantierabili, che sarebbero andati in esecuzione nell’anno ormai alle porte e sui quali erano stati fatti investimenti professionali e imprenditoriali».
I NUMERI NEL TERAMANO
Dal taglio si salveranno per lo meno gli interventi che ricadono nei crateri sismici del 2009 e del 2016-17. Solo la Cassa edile teramana conta al momento 1.503 cantieri attivi, di cui la metà collegati al Superbonus 110%. A questa misura, infatti, fanno riferimento 761 interventi avviati, che corrispondono al 50,73 per cento del totale, a fronte dei 742 afferenti alla ricostruzione post-sisma pubblica e privata, per il restante 49,17 per cento. A questi si aggiungono i dati complessivi, ricordati dall’Ance, sul ripristino degli immobili inagibili. Il costo stimato della ricostruzione privata, per 128.451 unità immobiliari, è di 19,4 miliardi, ai quali si sommano altri 200 milioni per 546 interventi con il Superbonus rafforzato. L’incremento del costo parametrico e del prezzario in media del 20 per cento porta il costo degli edifici per i quali va ancora presentata la richiesta di contributo a 14,2 miliardi. Per l’associazione è realistico, dunque, che la sola ricostruzione privata arriverà a costare circa 22 miliardi.
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