Tagli ai reparti, una raffica di no

L'Anaao: «Va tutto rivisto». Lo Smi: «Ignorate le esigenze del territorio»

TERAMO. E' stato come scoperchiare il vaso di Pandora. La nota dei consiglieri regionali Pd Claudio Ruffini e Peppino Di Luca, che hanno criticato la retrocessione di molti reparti dei quattro ospedali teramani (da unità complesse a semplici) contenuta nell'atto aziendale recentemente emanato dal direttore generale della Asl Giustino Varrassi, ha creato un effetto a catena. Critiche - più o meno sfumate - al documento arrivano dai sindacati ma anche dal territorio, in particolare da Atri e Giulianova.

IN OSPEDALE. L'Anaao indirizza i suoi dubbi su due filoni. «Noi non siamo d'accordo», esordisce Filippo Gianfelice, segretario regionale, «sul metodo: quando si parla di organizzazione del lavoro si devono avere i pareri del collegio di direzione, del consiglio dei sanitari e si devono informare i sindacati. Ma non siamo d'accordo anche sulla forma: se in parte si tratta di una foro dell'esistente, dall'altro viene inserito qualcosa del piano-Baraldi in via di approvazione. Altro motivo riguarda i rapporti con le strutture universitarie (si prevedono molti reparti convenzionati, soprattutto a Sant'Omero, ndr): devono essere soggetti alla valutazione di una commissione paritetica Università-Asl. Potrebbe essere definita una fuga in avanti, quindi è da rivisitare completamente, anche in attesa delle linee guida regionali sugli atti aziendali».

Il Sindacato dei medici italiani ha scritto una lettera al manager. «Colpisce nella proposta complessiva l'assoluta mancanza di riferimenti epidemiologici e di governance del sistema sanitario aziendale», scrive Vincenzo Cipolletti che sottolinea «alcune evidenti incongruenze che rischiano di inficiare la credibilità di quell'atto». Il sindacalista dello Smi osserva che mancano alcuni servizi esistenti ed assolutamente qualificanti (alcune esclusioni sono state sanate con una recente rettifica all'atto): ad esempio il centro di salute mentale di Sant'Egidio e il servizio di ginecologia dell'infanzia e adolescenza di Giulianova.

«La "soppressione" di molte unità operative complesse e, viceversa, la conferma di altre, non sembra armonizzarsi con le reali esigenze assistenziali del territorio e con un progetto di razionalizzazione delle stesse. Parliamo di comparti che risultano "pletorici" di unità complesse come quello farmaceutico e quello amministrativo mentre altri risultano assai penalizzati come quello psichiatrico, materno-infantile e d'emergenza e accettazione. Un altro elemento è rappresentato dall'assoluta grave anomalia delle posizioni organizzative che vedono "premiati" unicamente alcuni comparti e, viceversa, assai penalizzati molti altri. Il comparto di gran lunga più valorizzato è quello relativo alle posizioni amministrative mentre risultano assai carenti quelle dei profili sanitari e, soprattutto, quelle relative alle "integrazioni" sociali e sanitarie caratteristiche dei servizi territoriali».

SUL TERRITORIO. Le segreterie politiche di Udc, Pd e Rosa Bianca di Atri si dicono molto preoccupate sulle sorti dell'ospedale Sal Liberatore dopo la pubblicazione dell'atto aziendale. I tre partiti intanto osservano che ad Atri l'atto «sopprime la Gastroenterologia, la Psichiatria, la Medicina nucleare e l'Utic. Si tratta di pesantissimi tagli che aggravano ancora di più la situazione, specialmente per quanto riguarda la soppressione dell'Utic, ridotta al rango di struttura semplice di cardiologia a valenza dipartimentale» e «in peggioramento persino delle previsioni del piano operativo varato quest'estate». «Non è più sopportabile che la giunta Astolfi continui a tacere dopo avere dileggiato per mesi quelli che si sono allarmati ed insolentito quelli che si sono mobilitati».

I tre partiti fanno notare che la struttura semplice di day surgery in otorino, assegnata ad Atri, dopo le proteste del sindaco di Giulianova è diventara «errore materiale» ed è stata spostata all'ospedale giuliese. «E' ora che il sindaco Astolfi faccia correggere gli errori materiali commessi a danno di Atri, per questo chiederemo nei prossimi giorni un consiglio comunale straordinario», concludono.

Il consigliere provinciale Pdl di Giulianova, Flaviano Montebello, scrive una lettera aperta ai vertici Asl. «E' ben noto che Giulianova soffre da diversi anni per la decadenza qualitativa della propria offerta sanitaria, a causa di una lunga e penosa serie di provvedimenti che hanno fortemente penalizzato il nostro ospedale», scrive Montebello. E aggiunge che lui e la comunità giuliese sono convinti che le indiscusse professionalità dei nuovi vertici Asl interromperanno «l'impoverimento sanitario della nostra città. I reparti di psichiatria e otorino, unitamente a pochi altri servizi ospedalieri, rappresentano per tutti noi di Giulianova e dei Comuni circostanti, punti di riferimento indispensabili per la salute e non possono subire ridimensionamenti o declassamenti. Il vostro mandato non può tradire le aspettative di tutti i giuliesi che vogliono tornare ad avere un ospedale di qualità».

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