Teatro romano, via al recupero: entro il 2027 ospiterà spettacoli

Dopo l’abbattimento dei palazzi è l’ora degli scavi e rilievi per preparare la fase esecutiva dei lavori Il sindaco presenta l’avvio del cantiere insieme ai vertici della Regione, che ha assegnato fondi
TERAMO. Istituzioni schierate, dai vertici regionali a quelli comunali, per la consegna dei lavori del secondo lotto del teatro romano. Ieri mattina, in una partecipata conferenza stampa tenutasi proprio all'interno del sito archeologico, il sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto, da padrone di casa, ha fatto il punto sullo stato dell'arte dell'intervento, che nel suo complesso ha un peso economico di circa 19 milioni di euro. Sono stati diversi i canali di finanziamento (regionali, ministeriali, europei) intercettati negli anni e fatti confluire dal Comune nel recupero del teatro: un percorso lunghissimo, tortuoso e spesso ostacolato anche politicamente nei decenni passati.
LA NUOVA FASE. L'approdo al progetto c'è stato durante il primo mandato di D'Alberto: l'intervento, per la sua complessità, è stato diviso in fasi. La prima ha visto l'abbattimento dei palazzi Adamoli e Salvoni che insistevano sul teatro ostacolandone la rifunzionalizzazione; la seconda, da quasi 8 milioni di euro di fondi Cis e ufficialmente aperta ieri, vedrà lavori di scavo archeologico e indagini dell'area propedeutiche al progetto esecutivo che porterà entro tre anni alla riqualificazione della cavea. Dunque, tramite un progetto stralcio, si è scelto in questo frangente di avviare all'interno del teatro dei rilievi scientifici che saranno indispensabili per pianificare senza intoppi o sorprese di tipo archeologico o edilizio la parte conclusiva del progetto complessivo.
CANTIERE APERTO. Istituzioni e tecnici presenti ieri in conferenza stampa hanno sottolineato come il cantiere sarà aperto e “parlante”: i cittadini, cioè, potranno fisicamente vedere come si svolgono i lavori passo passo grazie anche delle passerelle intorno e dentro al teatro, ma potranno seguirne gli step e conoscerne i dettagli anche in modo digitale tramite un Qrcode installato sui pannelli a ridosso del sito archeologico. Un modo, ha sottolineato la dirigente della Sovrintendenza Cristina Collettini, «per coinvolgere la comunità e spiegare al meglio il perché delle scelte: comunicare ciò che le istituzioni fanno, anche e soprattutto nell'ambito dei beni storici, è fondamentale». Il teatro romano, stando al cronoprogramma, sarà restituito alla città nel suo rinnovato splendore entro mille giorni.
LA PARTECIPAZIONE. Massiccia la presenza delle istituzioni e della politica, una volta tanto bipartisan. Dal presidente della Regione Marco Marsilio all'assessore regionale Umberto D'Annuntiis, dalla vice sindaca di Teramo Stefania Di Padova agli assessori comunali, a partire da quello ai lavori pubblici Marco Di Marcantonio che segue l'iter del progetto. Ancora: consiglieri regionali, quali Paolo Gatti e Marilena Rossi, e molti del Comune di Teramo sia di maggioranza che di opposizione. Presenti inoltre Luca Scarpantoni per la Fondazione Tercas (che ha sostenuto il progetto), il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia e dirigenti dell'Usr con il direttore Vincenzo Rivera. Non sono mancati coloro che, per decenni, hanno combattuto affinché il teatro romano fosse riqualificato: i rappresentanti di Teramo Nostra. Il presidente Piero Chiarini, commosso, ha ricordato le battaglie e le proteste messe in atto col supporto anche di personalità di spicco quali Marco Pannella. D'Alberto ha definito quella di ieri «giornata storica»; Marsilio ha ribadito il sostegno che la Regione ha dato: «Finalmente si apre questa parte del cantiere: l'Abruzzo ha avuto 16 milioni di euro dal Cis e la metà li abbiamo destinati al secondo lotto del teatro romano di Teramo, dando un segnale importante sul fronte del recupero del patrimonio culturale», ha detto.
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