Teramo, invasione di cinghiali in città: «Sono troppi e nessuno fa nulla»

Il fenomeno non è più limitato alle periferie, gli ungulati frequentano strade trafficate e quartieri. Il presidente del comitato di Colleparco: «Abbiamo paura: dalla politica solo silenzi e scaricabarile»
TERAMO. Non è più un fenomeno circoscritto ad alcune zone periferiche o di campagna. Non si tratta più di avvistamenti sporadici e notturni. Ora la presenza dei cinghiali a Teramo è massiccia, costante e dilagante. Se fino a qualche mese branchi di ungulati si aggiravano perlopiù tra Colleparco, Castrogno e Villa Mosca, ora la situazione è cambiata. Quegli stessi animali sono aumentati di numero e hanno ampliato la loro area geografica. Dai quartieri citati, si spostano verso il parco fluviale del Tordino e del Vezzola percorrendo strade molto trafficate. Ormai da settimane gruppi di venti-trenta cinghiali, vengono avvistati e schivati ogni sera lungo via De Gasperi. Si tratta di una delle arterie principali e più trafficate di Teramo, costeggiata da palazzi, hotel, attività commerciali, aree di rifornimento. Ma, nonostante la situazione sia nota, l’unica attività messa in campo dal Comune per arginare il fenomeno è quella dei dissuasori olfattivi. Un metodo che, però, non dà evidentemente risultati. Lo sanno e lo vedono i cittadini, sempre più esasperati e anche spaventati.
Da anni a chiedere soluzioni incisive sono i residenti di Colleparco, zona colpita in modo crescente dalla presenza di cinghiali. Il presidente del comitato di quartiere, Piero Di Silvestre, torna a denunciare non solo il fenomeno ma l’inerzia politica e istituzionale. Lo fa in una lunga lettera che, spera, non resti inascoltata.
«Colleparco è ormai una giungla urbana: ogni giorno tra le case, i giardini e le strade si aggirano branchi di cinghiali sempre più numerosi e pericolosi. Una situazione fuori controllo che i cittadini vivono con paura, mentre chi dovrebbe intervenire continua a far finta di niente», scrive Di Silvestre, «Da tempo, come presidente del comitato di quartiere, mi batto per richiamare l’attenzione delle istituzioni su un problema che non è più solo di convivenza ma di sicurezza pubblica e sanitaria. I cinghiali non sono animali da cortile, possono trasmettere malattie, distruggono le coltivazioni e terreni coltivati, rovesciano bidoni della spazzatura, mettono in serio pericolo automobilisti e pedoni. Ma, a quanto pare, nessuno in Comune sembra rendersene conto». Il presidente ricorda le segnalazioni fatte negli anni e critica aspramente chi vede in Colleparco solo un bacino di voti in fase elettorale. «Abbiamo segnalato, documentato, chiesto incontri. Abbiamo mandato foto, video, lettere. Il risultato? Nulla. Solo silenzio, scaricabarile e promesse vaghe. Intanto noi residenti conviviamo con un pericolo costante mentre chi amministra la città chiude gli occhi e guarda da un’altra parte. Ogni sera ci ritroviamo a passeggiare con la paura di imbatterci in un branco di cinghiali, non possiamo neanche più sentirci sicuri sotto casa nostra per gettare l’immondizia o mentre si aspetta un figlio che torni con il motorino. Ora servono interventi seri di contenimento, controlli reali da parte della Asl e della polizia provinciale e non solo chiacchiere da campagna elettorale. Perché la verità è semplice: la politica locale si ricorda di Colleparco solo quando ci sono da fare passerelle elettorali, poi sparisce quando deve affrontare i problemi veri», conclude Di Silvestre, «Fino a quando dovremo aspettare? Attendiamo che succeda qualcosa di veramente grave per vedere finalmente un’azione concreta? I cittadini di Colleparco non vogliono più essere ignorati: vogliamo rispetto che ci è stato tolto, sicurezza che ci è stata negata e responsabilità da parte di una classe politica che non ne dimostra affatto».
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