Il giudice Roberto Veneziano

Teramo, l'arbitro non stuprò la 16enne: caso archiviato 

Il giudice: rapporto consenziente tra il 24enne e la ragazza che si erano conosciuti durante la Coppa Interamnia

TERAMO. E’ un argomentare rigoroso e logico quello con cui il gip Roberto Veneziano chiude definitivamente il caso della presunta violenza sessuale durante la Coppa Interamnia edizione 2016.
Lo fa archiviando le ipotesi di reato contro il 24enne arbitro spagnolo (assistito dagli avvocati Alessia Cognitti e Renzo Di Sabatino) accusato di aver violentato una 16enne di Giulianova in una stanza d’albergo. I due ragazzi si erano conosciuti nel corso della manifestazione sportiva e avevano trascorso alcuni giorni insieme. Fino a quell’ultima sera nella stanza d’albergo dove, sostiene il gip, ci fu un rapporto consenziente. Il giudice parte da un dato che fa da filo conduttore: «Le contraddizioni di una narrazione che, da un certo momento in poi, deve aver subito la interferenza deviante di calcoli utilitaristici». Al termine di una scrupolosa indagine con accertamenti medici che hanno escluso lesioni di ogni tipo (l’emorragia con cui la ragazza era giunta al pronto soccorso sarebbe stata la conseguenza di un problema di salute e non di una violenza) è stato lo stesso pm Laura Colica, che negli anni ha seguito numerose inchieste per violenza sessuale con processi che si sono conclusi con molte condanne, a fare richiesta di archiviazione. Richiesta accolta in pieno dal gip che scrive: «Gli argomenti dedotti in seno all’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione proveniente dalla persona offesa non offrono spunti per demolire, sotto il profilo indiziario e logico, l’attenta e armonica ricostruzione dei fatti operata dal pm, le cui chiavi di lettura di ogni elemento di indagine si appalesano rigorose nell’operare riferimenti a dati di fatto che non sembrano discutibili in virtù di considerazioni che non tracciano linee di approfondimento in merito a possibili tematiche trascurate nella logica investigativa». Alla richiesta d’archiviazione, infatti, si è opposta la famiglia della minore assistita dall’avvocato Federica Benguardato. Che dice: «I familiari non accettano questo provvedimento. Il giudice, nella sua ordinanza, ripercorre le stesse argomentazioni del pm condividendole appieno e sostanzialmente non dà credibilità alle accuse della minore. Rispettiamo la decisione, ma restiamo convinti del fatto che manchino delle valide argomentazioni a supporto e riteniamo che le integrazioni di indagini avrebbero potuto favorire una ricostruzione più chiara dei fatti».(d.p.)
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