Teramo, medico fantasma: il primario sospeso lavora

Nuovo blitz dei carabinieri nel reparto di neurologia: scoprono che Uncini va al lavoro nonostante il provvedimento della Asl

TERAMO. I carabinieri tornano all’ospedale di Teramo. La settimana scorsa militari in borghese hanno fatto un blitz nel reparto di neurologia.

I carabinieri indagano su una “costola” dell’inchiesta madre, quella che vede indagato il primario del reparto Antonino Uncini in quanto è stata trovata una dottoressa estranea a fare le elettromiografie al suo posto. Ora i carabinieri indagano - su delega del sostituto procuratore Davide Rosati, titolare dell’inchiesta madre sul medico-fantasma- su quanto accaduto dopo l’adozione di misure disciplinari, da parte della Asl, nei suoi confronti.

Uncini è stato sospeso per 15 giorni: il direttore generale Giustino Varrassi ha adottato il provvedimento disciplinare contro il neurologo, docente universitario a Chieti, nominato primario nel giugno 2012. Con una delibera del 9 aprile, ha deciso che Uncini - indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura - dal 12 al 26 aprile è «sospeso con privazione della retribuzione».

Ma, a quanto pare, il medico si è recato lo stesso in reparto, con tanto di camice. E i carabinieri a metà della scorsa settimana sono entrati in neurologia e hanno interrogato tutto il personale, medici e infermieri, per accertare se avessero visto Uncini circolare in reparto dal 12 al 17, giorno in cui è avvenuto il blitz. Qualora i sospetti venissero confermati, Uncini potrebbe essere indagato per non aver ottemperato a un obbligo di un’autorità amministrativa. Senza contare che l’assicurazione che la Asl garantisce a tutti i dipendenti, per eventuali “incidenti”, non c’è nel periodo di sospensione. Del nuovo blitz sono stati informati anche i vertici della Asl e pare che la commissione di disciplina stia esaminando il caso.

La misura disciplinare in corso deriva da un altro blitz, avvenuto il 19 novembre 2012 quando i carabinieri, hanno trovato nell’ambulatorio delle elettromiografie a fare l’esame una dottoressa al posto del nuovo primario, che invece non è stato trovato in reparto.

La dottoressa era una collaboratrice del primario all’università di Chieti - dove Uncini è docente ordinario di neurologia (ora in aspettativa)- che ha eseguito gli esami pur non avendo un contratto con la Asl di Teramo e nemmeno l’autorizzazione dell’azienda a frequentare il reparto, nè tantomeno l’assicurazione per esercitare l’attività. La Asl ha recentemente fatto ripetere - su sollecitazione del tribunale del malato - i 63 esami che sarebbero stati eseguiti dalla dottoressa nel corso di un paio di mesi.

L’ipotesi di reato - nell’inchiesta madre - per il primario è truffa e la Asl ha nominato una commissione disciplinare che, dopo qualche mese di lavoro - in cui sono state prese in considerazione varie opzioni, dal licenziamento a quella più lieve, 15 giorni di sospensione - ha consegnato la propria proposta a Varrassi , il quale ha deciso che Antonino Uncini dal 12 al 26 aprile è sospeso. Nella delibera si legge anche che «il procedimento disciplinare è riaperto, altresì, se dalla sentenza irrevocabile di condanna risulta che il fatto addebitabile al dipendente in sede disciplinare comporta la sanzione del licenziamento, mentre ne è stata applicata una diversa». Ora è da vedere se ci sarà un secondo provvedimento in arrivo.

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