Teramo, presidio davanti all’Hatria, bloccati i trasporti di merce

Lo sciopero contro i 55 licenziamenti continua con un sit-in ai cancelli. Nuovo incontro fra direzione e sindacati: le posizioni restano molto lontane

TERAMO. Si inasprisce la protesta all’Hatria. Il nulla di fatto della trattativa in Regione di lunedì ha portato alla proclamazione di uno sciopero a oltranza fino a venerdì, quando si terrà una nuova assemblea del personale. Ma già ieri mattina gli operai hanno dato vita a un presidio che è durato tutta la giornata e che si ripeterà ogni giorno fino a venerdì.
Lo sciopero ieri ha bloccato anche la partenza dei camion per le consegne della merce, visto che peraltro in magazzino non c’era nessuno.
Ieri mattina inoltre c’è stato un incontro informale fra sindacati – compresa la Rsu – e azienda. «Ci hanno confermato che comunque faranno 25 licenziamenti (l’annuncio originario era di 55, ndr)», spiega Giampiero Dozzi della Filctem Cgil, «e che il part time alla fine si può fare in tutti i reparti. Però non lo potranno fare più di 40 persone in totale, su base volontaria. Se non si troveranno il numero dei licenziamenti salirà. Noi riteniamo questa proposta inapplicabile. E abbiamo proposto un accordo collettivo: si riduce l’orario a tutti per un anno e chi non accetta esce con un incentivo. Dopo un anno si fa una valutazione per vedere che fa l’effetto della collaborazione che stanno avviando con la multinazionale Grohe». Il famoso marchio infatti produrrà la sua linea di sanitari all’Hatria di Sant’Atto.
«Nei fatti la situazione resta identica a quella del giorno precedente», osserva Serafino Masci della Femca Cisl, «noi proseguiamo con le iniziative che stiamo portando avanti, tenendo aperto canale di dialogo. Siamo sempre disponibili a mantenere linea di confronto, fermo restando che attualmente non ci sono le condizioni per un accordo. I lavoratori sono preoccupati e arrabbiati, hanno partecipato in modo convinto e compatto allo sciopero. La partecipazione è totale: i lavoratori stanno davanti all'azienda, discutono e condividono con noi la difficile situazione».
Certamente la tensione aumenta di giorno in giorno, all’avvicinarsi della data in cui saranno possibili i licenziamenti. La procedura è stata avviata a fine agosto, quindi il periodo previsto dalla legge, dopo il quale l’azienda potrà iniziare a fare i 55 licenziamenti annunciati, scade a metà ottobre. (a.f.)
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