la buona sanità

Teramo, salvata a 29 anni da un aneurisma

La ragazza trattata nella Radiologia vascolare all'ospedale Mazzini ora sta bene. Il primario: «Basilare l’intervento tempestivo»

TERAMO. Salvata a 29 anni dalla rottura di un aneurisma. E’ una notizia che aiuta a guardare al futuro con maggior fiducia, quella che vede protagonista E.M., teramana di 29 anni. La ragazza, dieci giorni fa, si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Sant’Omero con un forte mal di testa. E’ stata sottoposta a Tac, che ha evidenziato un’iniziale emorragia subaracnoidea. Da qui la decisione di trasferirla velocemente a Teramo, dove c’è un reparto di radiologia vascolare punto di riferimento nel Centro Italia.

Si trattava di un’aneurisma del sifone carotideo, trattato con la tecnica dell’embolizzazione. La ragazza ora sta bene e da due giorni è tornata a casa. Un risultato ottenuto grazie a una perfetta sinergia con pronto soccorso, anestesia e rianimazione, neurochirurgia, sottolinea Vincenzo Di Egidio, primario della radiologia nel cui alveo è l’unità operativa di radiologia vascolare. Il primario sottolinea l’importanza della velocità nella diagnosi e nel successivo intervento per il buon esito del caso. E al riguardo annuncia la sperimentazione di un nuovo e moderno modello organizzativo che da metà luglio partirà per le radiologie di Teramo e Sant’Omero. «A Teramo la guardia medica attiva in radiologia (c’è il radiologo sempre di notte, ndr) è partita da 4 mesi», esordisce, «e ora collegheremo con la telemedicina la radiologia di Sant'Omero a quella di Teramo. Le radiologie di sera non si chiudono, ma vengono riconvertite e collegate in rete con l’ospedale principale». Una scelta che rispecchia la classificazione regionale di ospedali Ab e spoke, cioè di primo livello e di base.

Non si chiamerà più il medico reperibile che dovrà arrivare in ospedale per leggere la radiografia: questa sarà inviata direttamente all’ospedale di Teramo per via telematica, dove sarà letta in pochi secondi. «Una velocità basilare per le patologie tempodipendenti come infarto del miocardio, ictus, emorragie cerebrali e politraumi», spiega Di Egidio, «che vanno trattate nell’ospedale di primo livello. In questo modo si tutela la sussistenza dei pronto soccorso: con telemedicina e guardia attiva nell’ospedale Ab si possono assicurare le stesse prestazioni, se collegati in rete». A Sant'Omero resterà il radiologo reperibile di notte per i pazienti ricoverati.

L’idea è di estendere la telemedicina anche a Giulianova e Atri. «Con la telemedicina il caso della ragazza sarebbe stato diagnosticato e trattato ancora prima, evitando i rischi di una patologia legata al tempo. Tutto ciò va supportato con un’adeguata strumentazione: ho chiesto due risonanze, a Sant’Omero e Atri. E’ il modo per non far chiudere gli ospedali: collegarli in rete, facendoli interagire come se fossero uno», conclude Di Egidio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA