Tercas-Caripe, i sindacati si mobilitano

L’obiettivo è spingere le Fondazioni, soprattutto PescarAbruzzo, a intervenire nella ricapitalizzazione
TERAMO. I sindacati dei bancari annunciano una mobilitazione di tutto il personale della Tercas e della Caripe per spingere le Fondazioni Tercas e Pescarabruzzo a intervenire nella ricapitalizzazione della banca. «L'eventuale partecipazione delle Fondazioni bancarie abruzzesi al capitale sociale del nuovo gruppo Tercas, seppur di minoranza rispetto alla maggioranza detenuta dalla Banca Popolare di Bari, costituirebbe un elemento di vitale importanza in ordine al maggior o minore grado di località che caratterizzerà la futura Banca, con tutte le immaginabili conseguenze circa l'economia locale», si legge in una nota congiunta di Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilcva, Ugl Credito, Fabi e Dircredito.
La Fondazione Tercas, tramite il suo presidente Mario Nuzzo, ha già detto più volte che intede partecipare alla ricapitalizzazione, ma proprio a fronte di tale disponibilità dichiarata, sostengono i sindacati, «risalta il perdurante silenzio della Fondazione PescarAbruzzo, la quale neanche risponde alle richieste d'incontro del sindacato. Le poche e scarne dichiarazioni a riguardo del prof. Nicola Mattoscio lasciano chiaramente intendere come l'eventuale sottoscrizione di parte del capitale sociale non venga vista dai vertici della Fondazione quale un'operazione strategica, finalizzata al sostegno dell'elemento e degli interessi pescaresi ed abruzzesi nell'operazione, quanto piuttosto quale una mera operazione finanziaria, in quanto tale sottoposta a tutte le condizioni, le valutazioni e le limitazioni proprie di un simile investimento».
Tante banche abruzzes sono passate in altre mani – e a atle proposito i sindacati citano i casi della Cassa di Risparmio dell’Aquila, della Banca popolare di Lanciano e Sulmona e della stessa Caripe, «sperando che il processo non riguardi anche la Cassa di Risparmio di Chieti, attualmente sottoposta ad un'ispezione della Banca d'Italia», e proprio per qusto motivo «ritengono opportuno e doveroso il massimo intervento della Fondazione PescarAbruzzo, in quest’operazione, nella quale il ruolo di Banca Caripe rischia seriamente di diluirsi fino a scomparire, con tutte le intuibili e dannose conseguenze».
«Inoltre, non possiamo e non vogliamo dimenticare», aggiunge la nota unitaria dei sindacati dei bancari, «come la progressiva perdita di autonomia di Banca Caripe sia iniziata proprio nel periodo di coincidenza tra la Presidenza della Banca e quella della Fondazione, con tutte le valutazioni del caso. Per finire, non possiamo fare a meno di constatare l'assordante silenzio riservato a questo evento, così importante per il futuro dei nostri territori, da parte di tutte le forze politiche regionali, alacremente impegnate in una campagna elettorale che coinvolge tutti gli aspetti della nostra società, tranne quello così vitale e determinante del credito locale».