Tesoretto di Parolisi, udienza a ottobre

La procura vuole archiviare l’inchiesta sui soldi spariti, ma la famiglia di Melania Rea si oppone

TERAMO. La procura vuole archiviare, ma la famiglia di Melania Rea si oppone: sarà il gip a mettere la parola fine ad un’altra inchiesta in cui è indagato il caporal maggiore Salvatore Parolisi, in secondo grado condannato a 30 anni per l’omicidio della moglie. E’ stata fissata al 3 ottobre, al tribunale di Napoli, l’udienza per la sparizione del cosiddetto tesoretto, circa 130 mila euro, dal conto corrente di Parolisi. L’ex mlitare è accusato «di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice» perchè quei soldi scomparsi avrebbero dovuto essere usati per pagare parte di quel milione di provvisionale immediatamente esecutiva decisa dal giudice di primo grado a favore della figlia.

Ma quel denaro è sparito e per questo il legale della famiglia Rea aveva presentato una denuncia alla procura di Teramo trasmessa poi per competenza a quella napoletana nel cui territorio c’è l’istituto di credito con il conto di Parolisi. I magistrati partenopei hanno stabilito che non c’è stata nessuna mancata esecuzione dolosa del provvedimento di un giudice e che quei soldi sul conto dell’ex caporal maggiore sono stati usati per coprire le spese legali. Ma la famiglia Rea non vuole al’archiviazione e per questo, tramite il suo legale Mauro Gionni, ha presentato opposizione al gip che dovrà decidere se accogliere o rigettare.

Intanto il 12 febbraio  l’omicidio di Melania Rea, massacrata con 35 coltellalte nel bosco di Ripe, approderà in Cassazione dopo il ricorso presentato dai difensori del militare (Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e federica Benguardato): i giudici della Suprema corte dovranno confermare la sentenza d’appello o riaprire il caso.(d.p.)

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