la storia 

Tour letterario in bar e panchine 

Lo scrittore castellano Di Donato gira l’Abruzzo con il suo libro

TERAMO. Reinventarsi turista letterario per promuovere il proprio libro e per riscoprire i borghi abruzzesi portando la lettura in ogni angolo della regione e interagendo di persona con i propri lettori. E’ questa l’originale idea di Eugenio Di Donato, 44 enne ingegnere e scrittore originario di Castelli, ma residente a Milano, che con uno zainetto sulle spalle e il suo innato spirito di avventura, seduto al tavolino di un bar dinanzi a un caffè o su di una panchina al tramonto, fa conoscere il proprio romanzo di esordio “Sangue e Latte” edito in italiano e in spagnolo dalla casa editrice di Valencia “El Doctor Sax” riscoprendo le bellezze paesaggistiche, ma soprattutto la dimensione umana dell'Abruzzo. Un’idea nata in pieno lockdown per promuovere l’opera appena pubblicata, ma soprattutto per ristabilire il contatto con la gente interrotto dalle restrizioni per il covid-19. «Il mio romanzo», racconta Di Donato, «è stato pubblicato il 1° maggio e non sapevo come promuoverlo anche perché è saltata la partecipazione alle fiere del libro di Torino e Roma. I social sono importanti, ma il desiderio di poter guardare i miei lettori negli occhi è stato più forte e così ho iniziato a sedermi fuori dalle caffetterie di Milano con alcune copie del libro. Non avrei mai immaginato che le persone si interessassero tanto ad ascoltarmi e da lì ho avuto l’input di tornare nel mio Abruzzo». Così è partito alla volta dell’Abruzzo con alcune tappe nelle Marche in un itinerario che ha già toccato la costa teramana, sta toccando in questi giorni l’entroterra e con in programma delle giornate nell’Aquilano e nel Pescarese fino alla fine dell’estate. Tutto a proprie spese e con una bicicletta per muoversi meglio nei vicoli dei piccoli borghi o nei posti di mare. «Voglio far arrivare con il mio libro, l’amore e la riscoperta per la lettura a tutti, soprattutto nei piccoli comuni dove non ci sono librerie e presentazioni delle novità editoriali e che soffrono lo spopolamento e le conseguenze del sisma. La letteratura deve essere accessibile a tutti e deve essere un ponte per unire i popoli». Ogni volta sceglie un bar, un ristorante o una panchina e mentre scrive al pc il suo secondo romanzo, esibendo qualche copia di “Sangue e Latte” inizia a conversare con le persone che si incuriosiscono della sua presenza. «Ovunque trovo una calorosa accoglienza e in pochi chilometri scopro paesaggi diversi e bellissimi. Riesco a intavolare delle interessanti conversazioni con i miei interlocutori, non solo sul mio libro che è in parte autobiografico e dove molti si ritrovano, ma scoprendo tradizioni, storia, testimonianze di vita e facendo nuove amicizie. Sto redigendo anche un diario del mio tour dove annoto le mie giornate che potrebbe ispirarmi un racconto. Questo tour letterario mi diverte, mi fa crescere umanamente e professionalmente e mi emoziona». (a.d.fel.)
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