Un’indagata per la morte di Kissy 

Infermiera del 118 accusata di omissione di soccorso. Domani l’autopsia

TERAMO. La Procura iscrive un indagato nell’inchiesta aperta sulla morte della 66enne teramana Gabriella Nardini, per tutti “Kissy”, deceduta nel reparto di rianimazione dell’ospedale Mazzini dopo due mesi di coma.
Si tratta di una infermiera del 118 accusata di rifiuti d’atti d’ufficio, omissioni di soccorso e omicidio colposo (ipotesi di reato tutte da provare). In questo momento si tratta di un atto dovuto per consentire la nomina di un consulente che possa partecipare all’autopsia che si svolgerà nei prossimi giorni. Il sostituto procuratore Silvia Scamurra (titolare del fascicolo), infatti, ha fissato per domani alle 16 il conferimento dell’incarico al medico legale Cristian D’Ovidio. L’inchiesta è quella aperta sui soccorsi alla donna. Quando due mesi fa la 66enne si sentì male in strada qualcuno sui social paventò un ritardo nei soccorsi. Su questo, subito dopo i fatti, venne presentato un esposto in Procura con un conseguente fascicolo aperto dal pm Scamurra con l’obiettivo di ricostruire nei dettagli i momenti del soccorso e stabilire eventuali ritardi che potrebbero aver avuto conseguenze sul decorso. L’8 gennaio scorso la donna, molto conosciuta in città dove la si incontrava spesso per corso San Giorgio o davanti al tribunale, era rimasta vittima di una gravissima emorragia cerebrale ed era stata trasferita in ospedale dove era entrata in coma: da quel giorno non aveva più ripreso conoscenza. Venerdì un improvviso arresto cardiaco come complicazione ne ha causato la morte. Il volto e la storia di “Kissy” più volte erano finiti nell’abisso dei social, nel tritacarne impietoso della rete sempre pronto a macinare vite.
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