Una radiologia nel pronto soccorso

La Asl progetta al Mazzini una piattaforma dell’emergenza con una sala dove trattare i “codici rossi” dotata di Tac

TERAMO. Una radiologia nel pronto soccorso. E’ il progetto su cui sta lavorando la Asl: l’intenzione è creare una piattaforma dell’urgenza e dell’emergenza che colleghi la radiologia al pronto soccorso.

«Così avremo due radiologie: una ordinaria e una per trattare subito i casi di urgenza ed emergenza», spiega Vincenzo Di Egidio, primario della radiologia del Mazzini, «è già stata approvata la realizzazione di una sorta di ponte fra le due strutture (sono separate da un cortile, ndr) ma ora abbiamo l’ok della direzione generale a realizzare fra le due unità una struttura di 200 metri quadri che ospiti spazi dedicati all’ecografia, alla radiologia tradizionale e a una Tac».

La realizzazione della piattaforma, che sorgerebbe appunto in parte del cortile fra la radiologia e il pronto soccorso avrebbe due effetti non di poco conto. Il primo riguarda direttamente i pazienti. «Ora chi arriva in pronto soccorso deve fare un giro incredibile per scendere sotto alla Tac (è infatti nel seminterrato, ndr), passando in mezzo alla gente», fa notare Di Egidio il quale sottolinea anche che una piattaforma del genere non avrebbe eguali in Abruzzo e nemmeno nel Centro-Sud.

«La radiologia dedicata all’emergenza ci porterebbe nella medicina d'urgenza moderna», aggiunge Rita Rossi, primario del pronto soccorso, «ci permette da un punto di vista pratico, di non far passare in zone comuni il paziente in condizioni particolari, con una contrazione notevole dei tempi di intervento. Quindi migliorerà privacy e percorsi. Siamo valutando di sistemare la Tac proprio all'interno della sala di emergenza. Una shock room, cioè la sala dove si trattano i codici rossi, con una Tac eviterebbe anche esami preliminari, come le radiografie al torace e al bacino, che siamo costretti a fare per accertare se il paziente ha bisogno di essere stabilizzato, prima del trasporto alla Tac».

«Senza contare che si ridurrebbero anche le liste di attesa della radiologia», aggiunge Di Egidio, «in media infatti ci sono una decina di Tac urgenti al giorno che confluiscono nelle due Tac a disposizione dell’utenza. Averne una “dedicata” al pronto soccorso migliorerebbe la situazione». Il secondo effetto riguarda la politica sanitaria. Un ospedale di secondo livello, secondo il decreto Lorenzin, deve assicurare risposte alle patologie tempo-dipendenti e cioè infarto del miocardio, ictus, emorragie cerebrali da aneurismi e Mav, politraumi. «E l’80% viene trattato in ambiente radiologico, quindi dobbiamo cercare di fare subito la diagnosi», fa notare Di Egidio, che in radiologia ha da poco varato la guardia medica attiva il sabato notte, quando è maggiore il rischio di incidenti.

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