Unione, contributi alle famiglie che accolgono minori in affido

VAL VIBRATA. Contributi alle famiglie che accolgono minori in casa. L’Unione di Comuni Val Vibrata riparte con il progetto “Affìdati”, promosso e gestito dalla Città - Territorio con l’intento di...
VAL VIBRATA. Contributi alle famiglie che accolgono minori in casa. L’Unione di Comuni Val Vibrata riparte con il progetto “Affìdati”, promosso e gestito dalla Città - Territorio con l’intento di incrementare la promozione dell’istituto dell’affidamento familiare con un servizio specificamente dedicato. Con le precedenti due edizioni sono stati piantati i “semi” della conoscenza dell’istituto dell’affido e, a seguito della formazione delle famiglie, nonché delle operatrici e degli operatori, è stato possibile assistere alla nascita di un elenco di famiglie affidatarie e a una crescita professionale di tutti gli operatori coinvolti. Alle famiglie che rispondono ai requisiti e ai criteri stabiliti dall’Unione in ambito sociale, e quando s’incrociano la volontà della famiglia e del minore di coabitare, la Città-territorio stabilisce un contributo di 800 euro per sostenere le famiglie che decideranno di accogliere il minore (anche quelli attualmente ospiti nelle case-famiglia) nel nucleo. Contributo che sarà mensile per il primo minore, a cui va ad aggiungersi un secondo di 600 qualora fossero due i minorenni accolti.
L’Unione di Comuni Val Vibrata gestisce il progetto “Affidati” attraverso la co-progettazione con “Le Ali della Vita - Centro studi e servizi sociali per la famiglia”, con l’obiettivo di promuovere sul territorio della Val Vibrata il progetto e formare nuove famiglie disponibili ad accogliere nella propria vita bambini e ragazzi di ambo i sessi allontanati temporaneamente dalla loro famiglia di origine, che hanno, comunque, il bisogno e il diritto di crescere in un ambiente sereno ed equilibrato, nel rispetto della loro storia e delle loro relazioni significative. L’affido familiare si attua attraverso l'inserimento dei minori presso un nucleo familiare diverso da quello originario. Il nucleo affidatario, che può essere costituito da entrambe le figure genitoriali, sposate o conviventi, o da una persona singola, accoglie il bambino o il ragazzo garantendogli le cure appropriate, la conservazione dei legami familiari e il rientro nel nucleo originario, una volta superate le criticità. «Si tratta di un’esperienza impegnativa, che richiede capacità di attendere, capacità di rappresentarsi realisticamente i bisogni del minore, lasciando da parte aspettative e idealizzazioni della relazione», puntualizza l’ufficio sociale dell’Unione di Comuni.
Alex De Palo
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