Violenza nel parcheggio Perizia sull’aggressore 

Si è aperto il processo al 29enne accusato di aver molestato una donna I fatti risalgono a luglio e la vittima era riuscita a fuggire e chiamare il fidanzato

TERAMO. A fine luglio era stato arrestato per violenza sessuale aggravata con l’accusa di aver molestato una donna in uno dei piani seminterrati del parcheggio San Gabriele. Un’accusa che ieri mattina ha visto D.C., teramano di 29 anni, comparire davanti ai giudici del collegio per la prima udienza del processo che lo vede imputato.
Dopo l’ammissione dei mezzi di prova e l’assenso da parte di accusa e difesa all’acquisizione delle dichiarazioni rilasciate dalla parte offesa in fase di indagine il collegio (presidente Flavio Conciatori, a latere Lorenzo Prudenzano ed Enrico Pompei), accogliendo la richiesta della difesa dell’imputato ha disposto una perizia psichiatrica sul 29enne, volta a verificare la sua capacità di intendere e volere, la capacità di stare in giudizio e la pericolosità sociale. L’incarico è stato affidato allo psichiatra Giuseppe Cimini e il processo è stato successivamente aggiornato al prossimo 13 febbraio, quando potrebbe esserci già la discussione.
I fatti contestati al giovane risalgono allo scorso 24 luglio quando secondo l’accusa (titolare del fascicolo il pm Francesca Zani), «approfittando di circostanze di tempo e luogo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa trovandosi...da sola all’interno del parcheggio multipiano di San Gabriele, privo di custode o personale di vigilanza», come si legge nel capo di imputazione, «la costringeva a subire atti sessuali contro la sua volontà». In particolare il 29enne dopo aver avvicinato la donna ed essersi inginocchiato le avrebbe rivolto frasi come «ti voglio baciare e leccare i piedi», come si legge ancora nel capo di imputazione, per poi afferrarle le gambe impedendole così di fuggire. A quel punto, dopo averle tolto una scarpa ed aver avvicinato la gamba della donna al suo volto per baciarla, le avrebbe scattato delle foto con il telefono ritraendone anche le parti intime. Successivamente si sarebbe toccato e si sarebbe sbottonato i pantaloni, con la donna che sarebbe però riuscita ad allontanarsi e a chiamare il fidanzato. Il 29enne, che inizialmente aveva fatto perdere le proprie tracce, era stato arrestato una settimana dopo i fatti e nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giovanni Cirillo aveva negato di aver molestato la donna, sostenendo di averle solo fatto dei complimenti. Al termine delle indagini la Procura aveva chiesto per l’uomo il giudizio immediato, con il processo che si è aperto ieri mattina. Il 29enne è difeso dall’avvocato Stefania D’Addario.
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