È scontro sui negozi aperti il 25 aprile

Confesercenti: non è giusto. Grande distribuzione: è nell'interesse anche dei dipendenti

PESCARA. Alla vigilia dello sciopero proclamato dai sindacati regionali del commercio per domani 25 aprile, festa della Liberazione, e per il prossimo 1º maggio, festa dei lavoratori, è scontro sulla possibilità di fare shopping nei giorni festivi. Se da un lato le associazioni di categoria delle piccole e medie imprese del settore contestano le «inutili aperture ad oltranza», dall'altro gli operatori della grande distribuzione parlano di «una fase di sperimentazione in un momento di grande difficoltà economica». Intanto oggi la commissione Industria-commercio e turismo del consiglio regionale affronterà il tema discutendo le modifiche alla legge regionale sul commercio e un provvedimento amministrativo relativo sulle linee guida 2012 della legislazione regionale in materia europea.

Secondo il direttore regionale di Confesercenti, Enzo Giammarino, «non è giusto né corretto restare aperti ogni giorno: la crisi morde per tutti, come mai era accaduto prima».

«Viene da chiedersi», aggiunge Giammarino, «cosa si aspetti la grande distribuzione da queste aperture a oltranza, visto che la torta dei consumi si restringe mese dopo mese».

Citando l'avviso comune firmato con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, promotori degli scioperi, Giammarino auspica una «ragionevole organizzazione del lavoro nella piccola e media distribuzione commerciale abruzzese, che preveda anche il rispetto delle festività che sia gli imprenditori sia i loro dipendenti hanno il diritto di trascorrere serenamente».

«Restare aperti anche il 25 aprile e il Primo maggio, giorni dal forte impatto simbolico», gli fa eco Lido Legnini, coordinatore regionale dei 18 consorzi di via aderenti a Confesercenti, «rischia di aprire le porte alle aperture straordinarie anche nel giorno di Natale. Bisogna mettere un freno a questo strapotere: le istituzioni abruzzesi sono state fin troppo accondiscendenti nei confronti di chi punta ad umiliare il commercio urbano».

«Siamo in una fase di sperimentazione: dobbiamo vedere come reagiranno i consumatori e capire quali strategie attuare in un momento di grande difficoltà economica», replica Vittorio Di Carlo, componente dell'Osservatorio regionale sul commercio e rappresentante delle imprese cooperative della grande distribuzione.

«La norma nazionale», sottolinea Vittorio Di Carlo, «ci consente di essere aperti nei giorni festivi; ovviamente non parliamo di una singola giornata, ma di 60 giorni all'anno».

Sullo sciopero, il rappresentante delle imprese cooperative si dice certo che «non ci sarà una grande adesione: se i dipendenti lavorano in un giorno festivo», sottolinea Di Carlo, «portano a casa un po' di soldi in più, che fanno comodo in un momento economico come questo».

«Avevamo inviato alla Regione un documento che tentava di mettere tutti d'accordo», aggiunge Di Carlo, «ma l'atteggiamento dell'assessorato competente è incomprensibile».

Sulla questione, infine, è intervenuto anche il presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano: «Il 25 aprile è una giornata che deve unire, nel segno della libertà e della democrazia. E' un errore lavorare quel giorno».

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